I misteri del popolo Maya

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I Maya erano un popolo geniale e singolare, a cui vanno riconosciuti numerosi meriti, oltre a quello, tanto rinomato in questo periodo, di aver predetto il futuro del mondo.
La loro è la storia di gente fiera e caparbia che, ad un certo punto, si trovò a dover fare i conti con l’impatto violento della civiltà occidentale.
Già, l’occidente e la sua cultura. A che punto siamo?
Dilaniati da mille timori moderni, resi esitanti dall’incertezza del futuro del pianeta, ecco che ci affidiamo a profezie che affondano le proprie radici nel passato storico di una civiltà mitizzata dai mille punti interrogativi a cui dare ancora una risposta univoca.
Qui verranno riportate sinteticamente le informazioni più interessanti estrapolate da un sito dedicato esclusivamente alla storia dei Maya (N W O. New world order).

Gli spagnoli nel XVI secolo rovesciarono con facilità i gruppi maya, indeboliti dalle guerre interne e colpiti da devastanti epidemie di cui erano portatori gli stessi conquistadores.
I sopravvissuti andarono a rafforzare una classe di lavoratori schiavizzati nelle piantagioni e nelle miniere.
La guerra dei conquistadores durò più di un secolo: arrivati nel 1527, riuscirono a conquistare l’ultima città maya nel 1697.
Gli spagnoli introdussero nei nuovi territori i principi del diritto romano, dell’amministrazione e della giustizia, sviluppando un sistema coloniale estremamente burocratico e imponendo agli indigeni la lingua, la cultura e le istituzioni spagnole.
Ma la grande organizzazione unificatrice fu la Chiesa cattolica: il clero convertì al cattolicesimo le popolazioni locali.

Ovviamente durante il periodo della colonizzazione si distrusse completamente l’identità di questo popolo.
Le rovine di numerosi centri costruiti per le cerimonie religiose mostrano l’abilità dei Maya nel campo dell’architettura.
Questi centri comprendevano di solito vari basamenti piramidali.
Le piramidi, generalmente di terra e pietrisco, erano rivestite di blocchi di pietra e vi si accedeva tramite ripide scale, poste su uno o più lati.
L’arco era sconosciuto; l’interno e l’esterno erano dipinti con colori brillanti mentre decorazioni, sculture in legno dipinto, stucchi e mosaici in pietra abbellivano le facciate.
I Maya elaborarono un metodo di scrittura geroglifica e registrarono la storia, la mitologia e i riti in iscrizioni scolpite e dipinte su lastre di pietra o colonne, architravi, scalinate, o altri monumenti.
Venivano inoltre scritti libri di carta ripiegata ottenuta dalle fibre di agave, contenenti informazioni di agricoltura, clima, medicina, caccia e astronomia.
Alcune discutibili tradizioni dei Maya erano quelle di schiacciare il cranio dei neonati tra due assi per fargli assumere «artificialmente» una forma più piatta ed allungata.
Nonostante questa usanza potesse causare dei traumi nei bambini, aventi ancora le ossa fragili, questo aspetto fisico veniva visto positivamente perché più simile a quello degli dei.
Un’altra usanza era quella di rendere strabici i bambini attraverso una pallina posta davanti gli occhi, perché simbolo di bellezza.
La tradizione più importante riguardava il rispetto assoluto nei confronti della natura: la terra veniva considerata una vera e propria madre a cui chiedere il permesso di coltivarla ad ogni semina, o per ogni altra operazione agricola. (V. N.)