È una sorta di sapone capace di rispondere ad un campo magnetico, in grado di assorbire gli inquinanti e poi di essere lavato via senza lasciare traccia
Verrebbe da dire «addio marea nera». In questi giorni ricchi di tensione e preoccupazione per l’eventuale riversamento di carburante e prodotti inquinanti nel suggestivo mare dell’Isola del Giglio, giunge dalla virtuosa Università di Bristol, Inghilterra, l’ultima ingegnosa soluzione in grado di risolvere, potenzialmente, il grave problema dell’inquinamento idrico e ripulire l’acqua da petrolio o simili. Una scoperta che potrebbe rivoluzionare le tecniche di pulizia industriale attualmente in uso, e non solo.
Un gruppo di ricercatori inglesi ha elaborato e messo a punto la prima «ricetta» per produrre un sapone capace di rispondere ad un campo magnetico, in grado di assorbire gli inquinanti e poi di essere lavato via senza lasciare traccia.
Ma come è stato ottenuto? Dissolvendo il ferro in una serie di composti ionici di cloro e bromo. L’aggiunta del metallo pare abbia prodotto delle nano strutture a base di ferro, circondate da particelle di comune sapone, producendo molecole che sembra siano in grado di controllare e sfruttare le tensioni di un campo magnetico.
E poi, come dovrebbe funzionare? Il detergente dopo essere stato sciolto in acqua, attrarrebbe gli oli e i prodotti inquinanti riversati e poi verrebbe a sua volta rimosso sfruttando le energie delle calamite.
Il team ha osservato il fenomeno grazie alla tecnica dello scattering dei neutroni, che ha permesso di individuare struttura e comportamento dei materiali a livello atomico e su scala molecolare.
«Il campo di applicazione di questo prodotto è enorme – ha dichiarato il Professor Giuliano Estoe dell’Università inglese – la loro risposta agli stimoli esterni permette di regolare una serie di proprietà, dalla conducibilità elettrica alle dimensioni degli aggregati che formano, alla velocità di scioglimento in acqua. Inoltre il fatto che possono essere rimossi facilmente con un magnete li rende ideali per ripulire l’ambiente».
La soluzione dell’attrazione magnetica si presenta oggi quanto mai attuale e concreta, una soluzione che sarebbe stata fondamentale durante le operazioni nel Golfo del Messico del 2010, una soluzione che i consorzi di bonifica, volenti o nolenti, dovranno prendere in considerazione.
Si tratta di una vera e propria rivoluzione che potrebbe andare a colmare la lacuna di altre soluzioni tensioattive che, se applicate in larga scala, potrebbero davvero provocare danni irreparabili all’ambiente, più di quelli che, invece, riescono effettivamente a risolvere.