Solita incivile «accoglienza» al passo dei falchi

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Esemplare femmina di Falco Pecchiaiolo gravemente ferita. L’animale è ricoverato al centro recupero di Messina gestito dall’associazione Man. Ieri 550 falchi in migrazione sullo Stretto. Prosegue la campagna Lipu antibracconaggio

Gli hanno sparato dalla propria abitazione, lasciandolo sul terreno agonizzante senza nemmeno cercare di recuperarlo. È successo ieri a Pellaro, provincia di Reggio Calabria, dove alcuni abitanti hanno avvisato la Lipu della presenza di un falco pecchiaiolo ferito a colpi di arma da fuoco.

L’animale, un esemplare femmina, presentava due fratture all’ala e un pallettone conficcato nel petto. Ferite che lo renderanno con tutta probabilità irrecuperabile alla vita selvatica. I volontari Lipu hanno poi portato l’animale al Centro recupero fauna selvatica di Messina, gestito dall’associazione Man.

«È un gesto grave e particolarmente insensato – dichiara Giovanni Malara, responsabile antibracconaggio Lipu e autore del recupero del falco -. È vile sparare dalla propria abitazione senza nemmeno preoccuparsi di raccogliere l’animale, rendendolo irrecuperabile alla vita selvatica, e infine, essendo femmina, impedendogli di riprodursi. Un cocktail micidiale di ignoranza e cinismo che rendono l’autore o gli autori di questo gesto meritevoli di una sanzione esemplare. Faremo di tutto affinché siano identificati, denunciati all’Autorità Giudiziaria e venga loro ritirato il porto di fucile».

Ieri il passaggio migratorio sullo stretto di Messina è stato massiccio: circa 550 esemplari di falco pecchiaolo (nella foto di L. Sebastiani, un esemplare in volo, N.d.R.), insieme ad alcune cicogne nere, hanno oltrepassato il braccio di mare che separa Messina da Reggio Calabria e sono planati ad ampio raggio da Catona, punto più a nord, fino a Lazzaro, a sud. Le osservazioni sono state effettuate prima a Messina e poi nel reggino grazie al Progetto rapaci migratori, che sta studiando dal 20 aprile scorso il passaggio migratorio dei rapaci in cinque aree della Sicilia, da Pantelleria a Marettimo, da Ustica a Panarea fino al versante messinese sullo stretto. Il progetto segnala anche un passaggio rilevante, nei giorni scorsi, di aquila minore.

Da sabato 28 il progetto entra nel suo clou: parte infatti il 28esimo campo di sorveglianza dei rapaci sul versante calabrese dello stretto di Messina, che vedrà volontari da tutta Italia affiancare gli agenti del Noa (Nucleo operativo antibracconaggio del Corpo forestale dello Stato) nelle azioni di monitoraggio e di controllo dei punti più sensibili.

La Lipu prosegue intanto la campagna nazionale contro il bracconaggio (www.Lipu.it/bracconaggio) con la quale si propone di raccogliere fondi a sostegno dei campi e delle attività dei volontari e di informare l’opinione pubblica dei gravi reati commessi in vari punti caldi della penisola, come, tra gli altri, proprio lo stretto di Messina.

La campagna chiede anche di firmare un appello al ministro delle Politiche agricole, Mario Catania, per rafforzare le attività del Noa in difesa della fauna selvatica.

(Fonte Lipu-Birdlife Italia)