Si tratta, ricorda la Ola, del pozzo situato a poche centinaia di metri dall’ospedale di Villa d’Agri e proprio a ridosso del popoloso centro abitato che vedrà svettare l’imponente struttura petrolifera sulle proprie case e strutture pubbliche. I pozzi, ricorda la Ola, possono esplodere, così come è già accaduto al pozzo Monte Alpi 1 Or, in Val d’Agri, o possono causare emissioni di gas tossici, così come accade presso il pozzo Gorgoglione 2 della Total
Alcuni cittadini di Villa d’Agri segnalano alla Ola che sono in atto i lavori per l’approntamento della postazione dove, entro qualche settimana, è previsto il montaggio della torre di trivellazione del pozzo Eni All2.
Si tratta, ricorda la Ola, del pozzo situato a poche centinaia di metri dall’ospedale di Villa d’Agri e proprio a ridosso del popoloso centro abitato che vedrà svettare l’imponente struttura petrolifera sulle proprie case e strutture pubbliche.
Il presidente della Regione Basilicata, Vito De Filippo, dopo le manifestazioni di protesta, si era impegnato a delocalizzarlo lontano dall’area ove invece oggi fervono i lavori. Eni, preoccupata solo di non perdere tempo, e denaro, per non richiedere nuove autorizzazioni e per realizzare l’allacciamento al limitrofo oleodotto, ha chiesto ed ottenuto di realizzare il pozzo Alli 2 nel punto stabilito.
Il diktat della compagnia ha trovato evidentemente consenzienti il sindaco di Marsicovetere, Claudio Cantiani abbagliato da promesse occupazionali, e il governatore lucano impossibilitato evidentemente a dire no all’Eni. Essi hanno acconsentito infatti che il pozzo Alli 2 sorgesse proprio di fronte all’ospedale di Villa d’Agri e nel centro abitato di Villa d’Agri. La Ola continua oggi a sostenere la sua delocalizzazione poiché altamente rischioso per la salute e l’ambiente dei residenti.
I pozzi, ricorda la Ola, possono esplodere, così come è già accaduto al pozzo Monte Alpi 1 Or, in Val d’Agri, o possono causare emissioni di gas tossici, così come accade presso il pozzo Gorgoglione 2 della Total. È da irresponsabili, ribadisce la Ola, non evitare questi rischi e fidarsi ciecamente delle logiche imposte dalle compagnie petrolifere dove Eni, per il pozzo in questione, ha previsto inutili azioni di mimesi che non incidono minimamente sui rischi ambientali e di impatto sanitario, quali la colorazione della torre di trivellazione per mimetizzarne l’impatto visivo e luci soffuse forse per non disturbare le visioni notturne dei valliggiani.
(Fonte Ola)