Vittorio d’Oriano, vice Presidente del Cng, intervenendo all’Assemblea nazionale dei Consorzi di bonifica, ha dichiarato: «I Consorzi di Bonifica di fatto rappresentano l’ultimo baluardo tecnico operativo che si occupa di difesa del suolo»
E all’indomani dell’invio della lettera formulata da Gian Vito Graziano, Presidente del Consiglio nazionale dei geologi (Cng) e indirizzata al Presidente del Consiglio, Mario Monti, lettera nella quale il Presidente del Cng ha fatto rilevare con sorpresa che nello schema di decreto legge «Misure urgenti per la crescita del Paese», si sia voluto intervenire su una materia, quella delle indagini geognostiche e delle prove geotecniche in sito, oggetto anche di recenti importanti sentenze del Tar Lazio e del Consiglio di Stato, e questo per ridurre ai minimi termini il contributo dei geologi e della geologia da tutto il comparto delle costruzioni, arriva un ulteriore comunicato stampa redatto del Cng nel quale d’Oriano, vice Presidente del Cng, tra le altre cose, afferma: «Auspichiamo una riforma in senso moderno di tutta la legislazione in materia di difesa del suolo».
Vittorio d’Oriano intervenendo all’Assemblea Nazionale dei Consorzi di Bonifica, svoltasi a Roma, ha dichiarato: «I Consorzi di Bonifica di fatto rappresentano l’ultimo baluardo tecnico operativo che si occupa di difesa del suolo. Ciò nonostante, soprattutto le Amministrazioni locali paiono non accorgersene. È vero che spesso si ha la sensazione che tali Enti non compiano appieno il loro dovere e non assolvano quindi al mandato ricevuto ma se esistono in Italia vaste zone dove questo può essere vero ne esistono altrettante in cui i Consorzi rappresentano viceversa il braccio operativo di una politica di difesa del suolo che se fosse ovunque perseguita consentirebbe di migliorare notevolmente le condizioni di rischio del nostro paese».
È ormai da tempo che il Cng auspica una riforma in senso moderno di tutta la legislazione in materia di difesa del suolo e dai rischi naturali e per far questo intende dare importanza a questi Enti, prevalentemente tecnici, che se rafforzati e coordinati con le Autorità di Bacino o di Distretto potranno concretamente contribuire alla salvaguardia del nostro territorio.
In definitiva, in un clima economico come quello che sta caratterizzando la nostra epoca, ci si augura che i tagli alla spesa non colpiscano questo comparto; la lotta al dissesto idrogeologico deve essere inquadrata come una priorità nazionale con la consapevolezza che il non intervenire per mettere in sicurezza il territorio significa aumentare il debito pubblico. Perché solo attraverso investimenti sul territorio si può creare sviluppo.