Il Verde urbano strategico contro l’inquinamento

570
Tempo di lettura: 2 minuti

Le piante all’interno delle città sono in grado di assorbire, almeno in parte, le emissioni provenienti ad esempio dalla combustione di carburanti fossili come la benzina

Le foreste e gli spazi verdi in generale, si sa, sono molto utili, tra le varie cose, anche per quanto riguarda l’assorbimento della CO2. Per decenni si sono effettuate rilevazioni soltanto nei grandi spazi verdi come i boschi ed i parchi incontaminati, ma mai si era cercato di capire quanto il verde urbano, che si tratti di un piccolo parco o persino di un orto, possa incidere sul saldo totale delle emissioni. La risposta è tanto. Per stabilire quanto, negli Stati Uniti sono cominciate le prime rilevazioni, e l’apripista è stata St. Paul, nel Minnesota.

La città è stata scelta perché ad effettuare lo studio sono stati i ricercatori della University of Minnesota, in collaborazione con quelli della UC Santa Barbara. Per avere i risultati definitivi basta consultare il numero del «Journal of Geophysical Research – Biogeosciences», di cui anticipiamo un estratto.

In sostanza si dice che non solo il verde urbano è molto importante per bilanciare le emissioni delle città, ma anche che gli effetti sono diversi a seconda del tipo di verde di cui stiamo parlando. Il primo punto da cui partire è l’importanza delle piante all’interno delle città visto che sono in grado di assorbire, almeno in parte, le emissioni provenienti ad esempio dalla combustione di carburanti fossili come la benzina.

Un elemento da tenere in considerazione è anche la stagionalità. Ad esempio nella loro rilevazione i ricercatori hanno notato, attraverso sensori sparsi su tutto il territorio urbano, che d’estate le aree verdi come i parchi riuscivano ad assorbire maggiormente la CO2 prodotta dai cittadini, fino a neutralizzarla, rispetto al resto dell’anno. Per quanto riguarda invece i giardini domestici, quelli presenti nelle case di tutti noi, dai più piccoli (come un semplice prato) ai più grandi, gli effetti migliori si ottenevano in primavera ed in autunno in quanto il freddo invernale e lo stress da caldo estivo non permettono a queste colture di assorbire CO2 a sufficienza.

Queste misurazioni, supportate addirittura dalla Nasa, sono importanti perché potrebbero portare ad una revisione delle politiche ambientali che, per combattere l’inquinamento legato ai consumi domestici o al traffico, potrebbero decidere di puntare maggiormente sul verde urbano. Nel complesso gli scienziati hanno affermato che la quantità di verde media delle città non è in grado di compensare completamente la CO2 emessa dalla città stessa, ma comunque è un modo almeno per ridurne gli effetti negativi. Magari aumentando la quantità di parchi o con i giardini verticali le cose potrebbero cambiare.