Contro gli incendi una lotta più dura

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La società civile isoli gli incendiari, sono criminali che attentano al bene pubblico e alla sicurezza. Dal 2000 le maglie si sono strette, leggi severe, vincoli sull’uso delle aree incendiate e tecniche di indagine avanzate

Nei giorni in cui i criminali hanno ripreso ad appiccare incendi dolosi, alimentati da una stagione rovente, devastando le nostre regioni come nel parco nazionale del Pollino, il Wwf fa notare come dal 2000 il divieto di trasformazione dei terreni percorsi dal fuoco sia diventato assoluto, duri 15 anni e non riguardi solo le possibilità edificatorie o di pascolo e il divieto di caccia, ma addirittura la possibilità di riforestare le aree incendiate con interventi e finanziamenti pubblici.

Ci si chiede se questi vincoli siano ben noti in quella parte del nostro Paese dove gli incendi sono più frequenti e concentrati. Il Wwf si chiede anche se le comunità siano a conoscenza del fatto che dopo le ordinanze di Protezione civile i Comuni, sebbene con lentezza e difficoltà, si stanno dotando del catasto incendi. Il Corpo forestale dello Stato ha fornito da tempo ad intere Regioni le mappature georeferenziate dei terreni percorsi dal fuoco. I Sistemi informativi territoriali (Site Gis) consentono oggi di avere una banca dati sugli incendi, cartografata con evidenziate le particelle catastali attraversate dal fuoco, tutto ciò dovrebbe costituire deterrente e garantire certezza anche per il futuro.

Occorre riconoscere che molto in questi anni è stato fatto, anche sul piano del coordinamento degli interventi e dell’utilizzo dei mezzi antincendio, anche se restano casi anche gravissimi di ritardi come nel caso recentissimo dell’incendio in corso al Parco nazionale del Pollino dove i soccorsi sono giunti con molte ore di ritardo mettendo in pericolo la biodiversità del parco e i preziosissimi pini loricati. Proprio il Parco del Pollino è stato al centro di un positivo progetto dal 2008 al 2011 «Costruiamo la rete di protezione civile nel Parco del Pollino», finanziato dalla Fondazione per il Sud a cui anche il Wwf ha partecipato, con l’obiettivo di promuovere la prevenzione degli incendi boschivi e la valorizzazione e salvaguardia del Parco prevedendo gemellaggi tra volontari di diverse regioni italiane. Il progetto ha portato a una drastica diminuzione degli incendi nel periodo di attivazione, ma purtroppo l’esperienza si è conclusa e non è stata rinnovata. La situazione nel Pollino e nel resto d’Italia potrebbe aggravarsi, viste anche le condizioni meteo e i tagli ai fondi per la vigilanza e il ripristino che ci sono stati, con il rischio di ripetere la drammatica situazione del 2007 quando c’è stato il record di incendi.

Rimane inoltre un dato sociale fortemente radicato che vede nell’azione incendiaria una sorta di strumento ricattatorio per ottenere vantaggi. Forse è da lì che occorre un diverso tipo di prevenzione, attraverso un controllo capillare sul territorio e un’informazione che faccia comprendere come oggi chi appicca gli incendi rischia seriamente di finire in galera. Occorre, infine, un serrato controllo sociale in grado di isolare i «criminali» incendiari e aiutare le autorità alla loro identificazione. Il Wwf chiede anche alla Direzione antimafia di attivarsi per accertare il ruolo della criminalità organizzata in questi fatti.

(Fonte Wwf)