La revisione delle detrazioni del 55%, contenuta nel Decreto Sviluppo attualmente all’esame delle Camere, penalizza la riqualificazione energetica degli edifici, tra i requisiti fissati dalla nuova direttiva in fase di approvazione e pilastro della strategia 20-20-20
Fivra (Fabbriche isolanti vetro roccia associate), Associazione nazionale che rappresenta i principali produttori di isolanti in lana minerale, segue da vicino e condivide l’impegno portato avanti in sede comunitaria con la nuova direttiva in materia di efficienza energetica, scaturita dalla necessità di ridefinire gli obiettivi nazionali di efficienza energetica al fine di raggiungere il traguardo della riduzione del consumo energetico del 20% per il 2020.
L’Associazione, in particolare, ha accolto favorevolmente la misura che prevede l’obbligo per gli Stati membri, a partire dal 2014, di riqualificare almeno il 3% annuo dei propri edifici pubblici. Si tratta di un patrimonio immobiliare vastissimo, da cui possono derivare non solo enormi risparmi energetici ma anche opportunità di crescita per il mercato: ne è convinto il Presidente di Fivra, Carlo Boschieri, secondo cui «la presenza di misure obbligatorie per il settore pubblico servirà da esempio e da volano per promuovere nel lungo termine la domanda di prodotti e servizi energetici efficienti».
La direttiva va a inserirsi nel solco di una consolidata tradizione che testimonia la costante attenzione delle istituzioni europee verso le tematiche del risparmio energetico, in particolare degli strumenti e delle soluzioni applicabili al parco edilizio esistente, esso solo responsabile del 36% di emissioni di CO2.
È convinzione dell’Associazione che un approccio lungimirante e una programmazione degli interventi di riqualificazione energetica contribuiscono alla sicurezza degli investimenti e ad innescare un processo virtuoso nell’ottica di un considerevole risparmio delle risorse energetiche, ma anche nella prospettiva di un rilancio dell’innovazione e dell’economia europea. La riqualificazione degli edifici offre infatti l’opportunità impareggiabile di creare posti di lavoro altamente specializzati, aspetto fondamentale per innescare la ripresa economica nel settore delle costruzioni, che oggi più che mai necessita di impulsi decisi e vigorosi.
A dimostrazione del processo positivo che si genera con provvedimenti a favore dell’efficienza energetica, uno studio realizzato in Germania dallo Jülich Institute ha evidenziato che le detrazioni fiscali concesse da uno Stato generano un ritorno sotto forma di maggiori entrate fiscali e minori oneri sociali pari a cinque volte l’investito, attivando un meccanismo che è stato denominato «bancomat».
A livello nazionale, grazie alla detrazione del 55%, è stato agevolato in questi anni il percorso verso il raggiungimento degli obiettivi previsti dal Piano d’azione per l’efficienza energetica. La misura ha tuttavia perso la sua efficacia nel decreto di recente varato dal Governo, «Misure urgenti per la crescita» (c.d. «Decreto Sviluppo»), in cui le detrazioni per la riqualificazione energetica degli edifici sono state equiparate alle detrazioni per le ristrutturazioni edilizie. Il decreto, attualmente in corso di conversione in legge, ha snaturato le finalità del 55%: accomunare interventi di riqualificazione e di ristrutturazione edilizia è distante dall’idea di una politica energetica che vede una soluzione alla riduzione dei consumi energetici nel miglioramento delle prestazioni degli edifici. Al depotenziamento del 55% si accompagna, inoltre, la mancata stabilizzazione e razionalizzazione del sistema di detrazioni per la riqualificazione energetica, evidenziando come non sia stata tenuta in considerazione la necessità di una programmazione a medio termine degli interventi e delle strategie di impresa.
«La nostra Associazione – prosegue Boschieri – è fermamente convinta che una corretta politica di lungo termine per l’efficienza energetica contribuirà alla sensibile riduzione degli sprechi, affrancando il nostro Paese dalle preoccupazioni relative alla sicurezza dell’approvvigionamento di energia e rafforzando significativamente l’economia attraverso la creazione di posti di lavoro, rimettendo in campo migliaia di lavoratori attualmente inattivi e a carico della fiscalità collettiva, nella prospettiva di un rilancio della competitività economica nazionale».
L’invito che Fivra rivolge alle istituzioni italiane, pertanto, è di «sostenere il settore dell’edilizia attraverso un quadro giuridico definito e certo, che preveda una correzione delle misure contenute nel Decreto Sviluppo, stabilizzando il sistema delle detrazioni per la riqualificazione energetica e introducendo la possibilità di modulare le rate di rimborso da 5 a 10 annualità». Attraverso una coerente e strutturata strategia di ristrutturazione del patrimonio edilizio nazionale risulterà più agevole anche il recepimento della Direttiva in materia di efficienza energetica, contribuendo alla riduzione del consumo di energia dell’80% entro il 2050 come indicato dall’Unione europea.
(Fonte Fivra)