La Commissione europea chiude la procedura d’infrazione. Lipu indignata: «decisione grave, le compensazioni adottate sono inadeguate»
«Una decisione grave, considerata l’inadeguatezza delle misure di compensazione adottate». È quanto dichiara la Lipu-BirdLife Italia a proposito della chiusura, decisa dalla Commissione europea, della procedura di infrazione comunitaria 2001/4156 che aveva portato alla condanna dell’Italia per la violazione delle direttive in materia di tutela e corretta gestione della Zona di Protezione Speciale (Zps) «Valloni e steppe pedegarganiche». Origine della procedura è stata la cementificazione dell’area, edificata con il cosiddetto Patto d’Area di Manfredonia.
Dopo la condanna, l’Italia e, di conseguenza, la Regione Puglia e il Comune di Manfredonia, avrebbero dovuto sanare la situazione attraverso azioni di riqualificazione e di ripristino ambientale. Invece furono intraprese iniziative aleatorie e misure poco credibili. Questo aveva indotto la Commissione a riaprire la procedura di infrazione con il rischio di una nuova, definitiva condanna e conseguente addebito di pesanti sanzioni finanziarie.
Alla luce di tale rischio, furono avviati interventi rivelatisi come pessime «compensazioni», prive di coerenza sul piano scientifico, amministrativo e tanto meno pianificatorio, e non realizzati in misura commisurata al tipo e all’importanza degli ambienti distrutti oltre che alle specie faunistiche danneggiate.
Perciò la Lipu aveva presentato nuove e circostanziate denunce sulle inadempienze del caso e, di recente, il parlamentare europeo Onorevole Andrea Zanoni ha presentato un’interrogazione, cui la Commissione europea ha risposto dichiarando l’intenzione di voler valutare la questione. La stessa Commissione però (ed è notizia dei giorni scorsi) comunicava la chiusura del caso, senza fornire elementi a supporto di tale decisione.
«Le dichiarazioni di soddisfazione espresse dal Sindaco di Manfredonia Riccardi, che ha parlato di “grosso impegno del Comune di Manfredonia, unitamente alla Regione…”, ci appaiono davvero fuori luogo – dichiara Giorgia Gaibani, responsabile Iba e rete Natura 2000 -. Si è trattato di provvedimenti che non sono in alcun modo improntati a seri metodi scientifici di definizione delle misure di compensazione, ma piuttosto ispirati da un atteggiamento sommario e superficiale, per di più giocando con risorse finanziarie altrui, vale a dire dei contribuenti regionali».
Sono infatti 500mila gli euro erogati dalla Regione Puglia al Comune di Manfredonia per la realizzazione delle misure di compensazione: da una parte una cifra insufficiente per affrontare seriamente la questione, dall’altro un dispendio di denaro pubblico, considerato che tale cifra è stata impiegata per misure inadeguate e in parte per azioni marginali.
«Una situazione insomma – aggiunge la Lipu – che rischia di creare un pericoloso precedente, diffondendo una sensazione diffusa di impunità per chi distrugge il territorio e viola le norme comunitarie».
(Fonte Lipu)