Ecco la biodiversità marina nel Tirreno

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Due nuovi video esclusivi dell’Ispra, girati dai ricercatori dell’Istituto nel corso della Campagna estiva 2012 per il monitoraggio della biodiversità lungo il Tirreno, mostrano due rarissime cernie giganti e un esemplare di squalo vacca nel loro ambiente naturale

Due nuovi video esclusivi dell’Ispra, girati dai ricercatori dell’Istituto nel corso della Campagna estiva 2012 per il monitoraggio della biodiversità lungo il Tirreno, a bordo della nave oceanografica «Astrea», che mostrano due rarissime cernie giganti e un esemplare di squalo vacca nel loro ambiente naturale, a circa 150 metri di profondità. I video sono stati entrambi realizzati utilizzando il Rov (Remotely Operative Vehicle) dell’Ispra, robot che comunica con una imbarcazione di appoggio per mezzo di un cavo che trasmette sia l’elettricità sia il segnale video e informazioni come profondità e direzione di manovra. L’altra parte fondamentale del sistema è costituita dalla strumentazione di bordo, che permette di seguire in tempo reale la direzione del Rov e osservare sui monitor il fondale.

Incontro con le cernie nel Tirreno centrale

Il video è stato girato in una secca rocciosa del Tirreno centrale, a un profondità di circa 150 metri, dove si possono osservare degli esemplari rarissimi di cernia gigante (Epinephelus caninus) nel loro ambiente naturale. La cernia gigante o cernia nera è presente lungo le coste orientali dell’Oceano Atlantico, dal Portogallo all’Angola comprese le isole Canarie e il Mediterraneo, vive abitualmente a profondità compresa tra i 30 e i 400 metri e può raggiungere anche i 90 chilogrammi di peso: è una specie molto longeva, un esemplare pescato nelle Isole Baleari, del peso di 67 chilogrammi, aveva un’età stimata di 67 anni. Nonostante la biologia e l’ecologia di questa specie siano tuttora pressoché sconosciute, la cernia gigante è purtroppo diventata molto rara in Mediterraneo a causa della pesca, che ne ha decimato la popolazione. In questo banco roccioso, che si trova molto lontano dalla costa, è stato possibile incontrare ben 4 esemplari di questa specie, del peso stimato compreso tra i 15 e i 30 kg: probabilmente proprio la lontananza dalla costa ha fatto sì che questa piccola popolazione si sia conservata fino ad oggi.

Incontro con uno squalo vacca nel Tirreno meridionale

Interessante incontro con uno squalo vacca (Hexanchus griseus) avvenuto nelle acque del Tirreno meridionale: mentre con il robot filoguidato (Rov) Pollux III i ricercatori stavano eseguendo riprese del fondale marino a un profondità di circa 130 metri, un esemplare di squalo vacca della lunghezza di circa due metri e mezzo si è avvicinato, probabilmente attratto dalle luci ed è rimasto in prossimità del Rov per una decina di minuti. Lo squalo vacca è presente in tutti gli oceani e vive generalmente a grandi profondità, solamente in alcuni rari casi è possibile avvistarlo in prossimità delle coste, non sono mai stati segnalati casi di attacchi agli esseri umani. Raggiunge la lunghezza massima di quasi 5 metri e il peso di circa 500 chilogrammi e si nutre di una gran varietà di organismi marini, compresi altri squali, pesci, molluschi e crostacei. Per quello che riguarda il Mediterraneo lo squalo vacca è considerato, come anche molte altre specie di squali, tra cui verdesca, squalo martello, squalo volpe e squalo elefante una specie vulnerabile che, a causa delle particolari caratteristiche biologiche e riproduttive (crescita molto lenta e tassi riproduttivi poco elevati), non è in grado di sopportare una pesca intensiva per lunghi periodi. Al momento, in Mediterraneo non esistono più operazioni mirate alla cattura di questa specie, che purtroppo viene ancora pescata accidentalmente con reti da posta e da strascico o con i palangari di profondità e ancora oggi commercializzata in tutti i mercati ittici.

(Fonte Ispra)