Pascolo libero, atavico problema nel parco d’Abruzzo

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Continua incontrastata la più volte segnalata invasione delle «vacche sacre» portatrici di pericolose infezioni e drammatici conflitti con la fauna protetta

Alla vigilia di Ferragosto 2012, perviene una allarmata e dettagliata denuncia sulla grave situazione reale del Parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, diffusa dal Gruppo Lupi dell’Appennino, particolarmente attivo nella difesa della natura del Mezzogiorno.

Senza riportarne il preoccupante contenuto parola per parola, possiamo confermare che purtroppo continua incontrastata la più volte segnalata invasione delle «vacche sacre» portatrici di pericolose infezioni e drammatici conflitti con la fauna protetta. Risulta infatti che non lontano da Pescasseroli sono stati sparsi nella macchia resti di capre avvelenate per sterminare i lupi, e si sa pure che negli orsi morti erano state individuate tracce di un micidiale pesticida, il Fenthion della Bayer. Forse per meglio allevare e vendere carni bovine pregiate nei rigogliosi pascoli dell’area protetta? Uno scandaloso abuso dilagante da almeno un decennio, ma che in precedenza aveva dato luogo a decise azioni di prevenzione, contrasto e repressione, con numerose condanne degli allevatori responsabili, provenienti dai villaggi limitrofi, talvolta lontani.

L’annunciata prossima soppressione dei Tribunali di Avezzano e Sulmona non favorirà certo una rapida eliminazione di questa piaga, che con la ricerca «invasiva» risulta la maggiore responsabile del collasso dell’Orso marsicano, e dello stesso declino del Parco un tempo più famoso, importante e amato dagli italiani.

In conclusione: tutti piangono per l’orso, proclamano Patom e soluzioni efficaci, ma nessuno fa nulla di concreto. Una vicenda tipicamente italiana, che ricorda la telenovela dell’Ilva di Taranto, dove bisognava intervenire con decisione e lungimiranza una decina d’anni fa, ma nessuno si mosse…

(Fonte Comitato parchi)