Il calendario era stato impugnato dalle Associazioni Ambientaliste Legambiente, Lipu e Man. Le accuse più gravi riguardano la mancanza del Piano Regionale Faunistico Venatorio e la violazione delle Direttive comunitarie in materia di Valutazione ambientale strategica e Valutazione di incidenza
Università di Palermo, Università di Catania ed Istituto Zooprofilattico, avevano già espresso il loro parere contrario. A quanto pare, però, il neo assessore regionale Agricoltura e Foreste, Francesco Aiello, prossimo a lasciare l’incarico in vista della tornata elettorale regionale, si era fidato di una nuova consulenza vicina agli ambienti venatori. Ora, però, il Calendario venatorio siciliano è sospeso in toto, grazie al ricorso patrocinato dagli avvocati Antonella Bonanno, Giovanni Crosta, Nicola Giudice e Corrado Giuliano.
Con decreto 510 del 3 settembre 2012, il Presidente del Tar Palermo lo ha sospeso. Il calendario era stato impugnato dalle Associazioni Ambientaliste Legambiente, Lipu e Man. Le accuse più gravi riguardano la mancanza del Piano Regionale Faunistico Venatorio e la violazione delle Direttive comunitarie in materia di Valutazione Ambientale Strategica e Valutazione di Incidenza.
«Importante pronunciamento e di buon senso – dichiarano Angelo Dimarca di Legambiente, Nino Provenza della Lipu, Deborah Ricciardi del Man – che ribadisce la necessità di un Piano Faunistico Venatorio correttamente approvato, la piena vigenza della normativa comunitaria in materia di protezione dei Siti Natura 2000 ed il rispetto delle censure del Commissario dello Stato. Avevamo già detto che si trattava del peggiore calendario venatorio degli ultimi anni – hanno dichiarato i tre esponenti del mondo ambientalista – che tentava di autorizzare in via amministrativa quello che il Commissario dello Stato per la Regione siciliana aveva già censurato, impugnando il 26 aprile del 2012 l’articolo 11 comma 21 e 22 del DDL 801/2012».
La caccia è quindi sospesa e l’Assessore Regionale alle Risorse Agricole, se vuole riaprire in tempi brevi la caccia, è ora chiamato ad emanare un nuovo calendario venatorio le cui previsioni, in mancanza di un nuovo Piano regionale faunistico venatorio, non potranno eccedere quelle del calendario venatorio 2011/2012. Ovvero il calendario redatto prima dell’arrivo dei nuovi consiglieri.
Ecco cosa cambia: sono salvi i divieti nei Siti Natura 2000 (Siti di Importanza Comunitaria e Zone di Protezione Speciale) previsti lo scorso anno e non potrà essere prolungata la stagione venatoria a febbraio 2013.
«Siamo soddisfatti perché sono prevalse le ragioni della Natura e dello Stato di Diritto – concludono i Rappresentanti delle Associazioni Ambientaliste – contro i tentativi di scardinare quanto di buono si era cominciato a fare lo scorso anno al fine di dotare la Sicilia di un Piano Faunistico Venatorio moderno e conforme alle leggi nazionali, ai pareri dell’Ispra (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale del Ministero dell’Ambiente) e soprattutto al diritto comunitario».
(Fonte GeaPress)