Estrarre l’acqua dall’umidità del vento

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Si sfrutta lo stesso fenomeno che provoca l’appannamento dei parabrezza dell’auto: il vapore d’acqua presente nell’aria umida posto a contatto con una parete più fredda condensa, producendo acqua

L’eolico può rendere disponibile acqua potabile in zone del mondo in cui questa risorsa indispensabile scarseggia. Un particolare sistema messo a punto da una società francese vede assemblati in un corpo unico (la navicella) un generatore eolico e un’apparecchiatura per la condensazione dell’umidità. Si chiama «Eole Water», il progetto e il nome di una start-up francese con sede a Saint Tulle, nell’Alta Provenza.

L’idea di base è semplice, spiega Giacomo Arsuffi esperto dell’Enea nel settore eolico: si sfrutta lo stesso fenomeno che provoca l’appannamento dei parabrezza dell’auto: il vapore d’acqua presente nell’aria umida posto a contatto con una parete più fredda condensa, producendo acqua. In questo caso, una frazione dell’aria che investe il generatore eolico è trascinata all’interno del dispositivo dove, attraversando un condensatore la cui superficie è mantenuta a bassa temperatura da un sistema di refrigerazione alimentato dal generatore eolico stesso, viene raffreddata fino al punto di rugiada. Il calore sottratto è ceduto all’ambiente da un radiatore provvisto di ventola e posto in coda alla navicella.

Il liquido raccolto passa attraverso un sistema di filtraggio e purificazione e viene successivamente re-mineralizzato per l’uso come acqua potabile. Il generatore eolico produce almeno un 25% di energia elettrica in più rispetto a quella necessaria per estrarre l’acqua dall’aria umida e può quindi servire come fonte di energia elettrica addizionale per l’area interessata.

Poiché serve solo il vento, il sistema può essere installato anche in località remote e operare senza altre infrastrutture di supporto, con minimo impatto ambientale. In molti casi l’installazione si troverà in zone desertiche e caratterizzate da condizioni estreme, sono quindi previste la protezione contro la sabbia, che potrebbe danneggiare le parti meccaniche, e la possibilità di mettere in sicurezza il generatore in caso di tempeste e uragani.

Un’installazione pilota, con un generatore eolico da 30 kW, è stata realizzata ad Abu Dhabi, ottenendo una produzione di almeno 500 litri di acqua potabile al giorno. Una volta messo a punto, e nelle condizioni ideali di velocità del vento (almeno 15 km/h), di umidità dell’aria e temperatura ambiente, il sistema potrà produrre secondo i suoi ideatori oltre mille litri di acqua potabile al giorno.

Unico punto critico da affrontare nell’immediato futuro è rappresentato dai costi, che devono essere sufficientemente bassi per consentire il ricorso a questo tipo di soluzione. Valutazioni devono anche scaturire da confronti con altre possibili alternative per fornire acqua in quantità significative in zone in cui questa scarseggia e non è adeguata alle esigenze vitali.

Come rileva Giacomo Arsuffi, la tecnologia proposta è interessante sia perché rende possibile la produzione di acqua potabile in assenza di pozzi o sorgenti e in modo del tutto autonomo, sia perché abbina all’eolico una forma di accumulo, rappresentata dall’acqua stessa prodotta, svincolando così il consumo dall’aleatorietà della fonte energetica.

(Fonte Enea Eai)