In aumento il traffico di animali via Web

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Numerose risoluzioni approvate recentemente dai consessi internazionali e comunitari competenti nell’attuazione della Convenzione sul commercio di specie minacciate d’estinzione hanno evidenziato, l’aumento del rischio dei traffici e delle frodi riguardanti specie tutelate a seguito della diffusione di internet come enorme luogo di scambio di informazioni e denaro

La Convenzione di Washington sul commercio internazionale delle specie di fauna e flora minacciate di estinzione, denominata in sigla Cites, è nata dall’esigenza di controllare il commercio degli animali e delle piante (vivi, morti o parti e prodotti derivati), in quanto lo sfruttamento commerciale è, assieme alla distruzione degli ambienti naturali nei quali vivono, una delle principali cause dell’estinzione e rarefazione in natura di numerose specie.
La Cites, che è compresa nelle attività del Programma delle Nazioni Unite per l’ambiente (Unep), è entrata in vigore in Italia nel 1980 ed è attualmente applicata da 175 Stati. In Italia l’attuazione della Convenzione di Washington è affidata a diversi Ministeri: ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, ministero dello Sviluppo Economico e ministero delle politiche agricole alimentari e forestali. Quest’ultimo svolge un ruolo fondamentale, ai sensi della normativa vigente, attraverso il servizio Cites del Corpo forestale dello Stato che cura la gestione amministrativa ai fini della certificazione e del controllo tecnico-specialistico per il rispetto della Convenzione.

La Convenzione di Washington rappresenta oggi uno dei più importanti strumenti normativi internazionali per rendere sostenibile il commercio garantendo la conservazione della biodiversità del nostro pianeta.
Numerose risoluzioni approvate recentemente dai consessi internazionali e comunitari competenti nell’attuazione della Convenzione sul commercio di specie minacciate d’estinzione hanno, infatti,evidenziato, l’aumento del rischio dei traffici e delle frodi riguardanti specie tutelate a seguito della diffusione di internet come enorme luogo di scambio di informazioni e denaro.

Anche se le correlazioni tra la diffusione di internet e l’incremento del commercio illegale di specie minacciate sono ancora oggetto di studio, è universalmente acclarata la crescita di siti Web su cui vengono offerti i prodotti di derivazione selvatica, spesso con origini chiaramente sospette.
In questo scenario si sta assistendo alla proliferazione del Wildlife Web Crime: la frode telematica e l’utilizzo della rete per trafficare animali e piante, vivi o morti, loro parti e prodotti derivati.

Questo fenomeno, peraltro oggetto di importanti investigazioni in corso, riguarda gli annunci di vendita di animali vivi, in particolare tartarughe e rettili in genere nonché di prodotti derivati e oggetti preziosi in avorio e corno di rinoceronte.
Le difficoltà di azione legate al monitoraggio di tale commercio includono: problemi legali connessi ai server ubicati fuori dai confini nazionali; metodi sofisticati utilizzati per evitare l’individuazione; la massa ingente di inserzioni consistenti in tentativi di ingannare i compratori per acquisti di fatto impossibili (come tali oppure vietati dalla legge italiana).
Proprio per dare una prima risposta a tali criticità, il Corpo forestale dello Stato ha costituito, presso il Servizio CITES Centrale, un Gruppo di lavoro specializzato per l’attuazione del monitoraggio sistematico del commercio via Web di esemplari di animali e piante protetti.

Lo scopo è quello di capire la dimensione effettiva del fenomeno in Italia, evidenziando quante inserzioni corrispondano a condotte illegali e quante siano il frutto del loro trasferimento sulla rete, da parte degli operatori tradizionali.
Tale iniziativa si inquadra nell’ambito della Risoluzione 11.3 della Conferenza degli Stati parte della Cites, come recentemente integrata nel 2010, che prevede:
– l’istituzione, a livello nazionale, di una unità dedicata alle investigazioni sui wildlife crime connessi ad internet;
– lo sviluppo di misure interne per assicurare i necessari cambiamenti alle attività di controllo del commercio di specie minacciate e alle relative investigazioni.
Il personale del suddetto Gruppo di lavoro, dopo un breve stage di affiancamento al personale specializzato della Polizia di Stato – Servizio Polizia Postale e delle Telecomunicazioni, ha posto sotto controllo diverse transazioni e scambi di informazioni avvenute via internet, riguardanti specie di flora e fauna minacciate, fornendo rapporti informativi alle strutture periferiche per le attività repressive di queste nuove forme di traffico.

(Fonte Corpo forestale dello Stato)