L’utilizzo del monitoraggio satellitare ha permesso di capire quanto possano essere efficaci le pratiche di salvataggio e reintroduzione nell’oceano delle balene arenate sulle spiagge, fornendo dati mai raccolti prima
Era il 14 Novembre 2011 e l’Australia registrava uno dei più grandi spiaggiamenti di balene. 24 in tutto, di cui 22 capodogli, che morirono dopo essersi spiaggiati lungo la costa occidentale dell’isola della Tasmania. I capodogli erano lunghi circa 12 metri l’uno e pesavano oltre 2 tonnellate.
Sebbene non sia stato ancora chiarito cosa possa aver determinato un simile fenomeno, le ipotesi chiamarono in causa correnti e risacche, in verità senza troppa convinzione. Certamente, una volta arenati, i cetacei sarebbero stati soffocati dalla sabbia, che ne avrebbe ostruito le vie respiratorie.
A quasi un anno di distanza dall’evento, la rivista Wildlife Research ha pubblicato uno studio secondo il quale le balene spiaggiate, adeguatamente recuperate e reintrodotte in mare, avrebbero buone possibilità di riprendere una vita normale.
A diffondere i dati, raccolti grazie ad un nuovo sistema di monitoraggio satellitare delle attività degli animali, sono stati proprio i ricercatori australiani del Tasmanian Department of Primary Industries, Parks, Water and Environment.
L’utilizzo del monitoraggio satellitare ha permesso di capire quanto possano essere efficaci le pratiche di salvataggio e reintroduzione nell’oceano delle balene arenate sulle spiagge, fornendo dati mai raccolti prima.
I cetacei monitorati erano i soli sopravvissuti di uno spiaggiamento del 2008, avvenuto lungo la Seven Mile Beach, vicino Stanley, nella Tasmania nord-occidentale, che portò alla morte di oltre 50 balene.
Le balene spiaggiate, prima di essere liberate, sono state dotate di etichette lampeggianti riconoscibili dal satellite.
Visti i traguardi raggiunti dai moderni sistemi satellitari, in futuro si prospetta la possibilità di utilizzare questi mezzi per uno studio più ravvicinato delle popolazioni animali, non solo terrestri, ma anche delle più itineranti acquatiche.