? Valorizzazione e salvaguardia delle risorse umane
Cambiano radicalmente i rapporti produttivi e di lavoro del comparto del petrolio lucano. Il contratto di settore per la Val d’Agri è una prima risposta alle richieste della Basilicata, che da tempo, come contropartita per il contributo al fabbisogno energetico del Paese, ha chiesto all’industria del petrolio sviluppo e occupazione.
Va in questa direzione il protocollo d’intesa sottoscritto questa mattina dal presidente della Regione Basilicata, Vito De Filippo, dal responsabile Dime di Eni, Ruggero Gheller, dai segretari regionali di Cgil, Cisl e Uil, Alessandro Genovesi, Nino Falotico e Carmine Vaccaro, dal presidente di Confindustria Basilicata Michele Somma, dai delegati di Alleanza delle cooperative e Rete Imprese Italia-Basilicata, Paolo Laguardia e Antonio Miele, e dal direttore di Confapi, Nicola Fontanarosa, organizzazioni sindacali e datoriali riunite nel tavolo Obiettivo 2012.
Il protocollo getta le basi per la promozione di iniziative nel settore geo-minerario e, in particolare, per lo sviluppo degli investimenti Eni in Val d’Agri e in tutto il territorio regionale. Tenendo fermo il principio che la coltivazione delle risorse energetiche presenti nel sottosuolo lucano «deve rispondere al rispetto dei vincoli ambientali, geologici e territoriali» e «la strategia di crescita degli investimenti deve avvenire in un contesto di massima prevenzione per la salute e per l’ambiente».
Il contratto di settore per la Val d’Agri, che si compone di sei assi, pone in primo piano la salvaguardia dei livelli occupazionali, per evitare, come già accaduto, il rischio per i lavoratori di essere espulsi dal ciclo produttivo o di subire ridimensionamenti durante il passaggio da un’impresa appaltatrice a un’altra. Un asse specifico del protocollo d’intesa, infatti, è dedicato alla «valorizzazione delle risorse umane» attraverso iniziative tese a impiegare manodopera lucana nell’ambito delle attività poste in essere dagli appalti nel settore oil&gas.
Al fine di specializzare i lavoratori, particolare importanza è attribuita alla formazione sia per trasferire alta professionalità e conoscenze specifiche agli addetti e alla manodopera locale, sia per creare le professionalità necessarie alle attività geo-minerarie, oggi non disponibili nell’offerta dei Centri per l’impiego.
Quanto al programma di investimenti, saranno completate le attività individuate nell’Intesa del 1998 e oggetto di specifica autorizzazione di «Variazione del programma lavori» (Vpl), rilasciata dal ministero per lo Sviluppo economico nel gennaio 2012. Con un investimento di 500 milioni di euro è prevista la realizzazione della quinta linea di trattamento del gas all’interno del Centro Oli (Cova) e di 9 pozzi produttori già previsti nell’accordo del 1998 che consentiranno di raggiungere un livello produttivo di 104 barili al giorno, rendendo così pienamente operativa la concessione Val d’Agri.
Il protocollo, inoltre, mette punti fermi per le imprese lucane, contrattiste e dell’indotto, ponendo le condizioni per la partecipazione delle aziende locali alle attività produttive della filiera energetica e aumentandone la competitività. Soprattutto focalizza l’attenzione sul sistema delle micro, piccole e medie imprese, che per numeri e dimensioni hanno meno possibilità di accedere agli investimenti messi in campo e derivanti dallo sfruttamento delle risorse petrolifere.
Con questo obiettivo, è prevista la possibilità per Eni di dividere gli appalti in lotti funzionali e di impostare azioni negoziali per la stipula di pacchetti contrattuali di dimensioni contenute.
Un capitolo a parte, poi, è la tutela dei lavoratori e delle imprese in prossimità del centro Oli della Val d’Agri. Il contratto di settore garantisce le condizioni di sicurezza anche prevedendo sul territorio postazioni sanitarie e dei Vigili del Fuoco e istituisce l’Osservatorio paritetico territoriale. Per verificare lo stato di avanzamento dei programmi Eni e gli impegni assunti dalle parti, viene istituito, infine, il Tavolo della Trasparenza, che si riunirà a partire da gennaio con cadenza semestrale e ogni qualvolta sopravvenute esigenze lo richiedano.
La dichiarazione di De Filippo
«L’intesa a cui giungiamo oggi rappresenta una rivoluzione copernicana nei rapporti produttivi che ruotano intorno le estrazioni in Basilicata, ma non riteniamo che la partita si chiuda qui. In particolare mi sento di chiedere ulteriori impegni da parte dell’Eni per il coinvolgimento diretto di lucani nelle proprie attività ed è una richiesta formale che avanzo alla compagnia come traguardo immediato nell’ottica di un sempre maggiore radicamento della sua presenza nel tessuto lucano». Così il commento del presidente della Regione Basilicata Vito De Filippo all’intesa che giunge oggi alla firma a Viggiano.
«I sei assi previsti dall’intesa di oggi grazie al lavoro messo in campo dalla stessa compagnia con sindacati e associazioni di categoria riunite dalla Regione al tavolo di Obiettivo 2012 – ha aggiunto De Filippo – vanno già ben oltre l’idea iniziale di giungere ad un contratto di settore che tuteli i lavoratori del bacino lucano del petrolio, allargandosi a interventi in grado di coinvolgere ulteriormente il sistema locale delle imprese e di offrire sempre maggiori garanzie a salute e ambiente. Ma piuttosto che compiacermi del passato e del presente – ha concluso De Filippo – penso sia opportuno guardare a quanto c’è ancora da fare e sul tema delle opportunità occupazionali da offrire ai residenti nei nostri territori e sono convinto che Eni possa e debba ancora fare altro, ritenendo che l’intesa abbia forza di benchmarking per le imprese petrolifere e tutti gli operatori».
(Fonte Regione Basilicata)