Una ricerca di studiosi americani e cinesi mostra che gli anticicloni subtropicali tenderanno a intensificarsi sempre più durante la stagione estiva. E con il loro intensificarsi le situazioni di ondate di caldo eccessivo e di siccità prolungata nelle aree prospicienti la fascia subtropicale, come il sud dell’Europa e la regione sud-occidentale del nord America, diventeranno la norma piuttosto che l’eccezione
L’estate del 2012 è stata la seconda estate più calda dal 1800, secondo le analisi effettuate dal Cnr sul clima italiano. Il record di surriscaldamento climatico nazionale appartiene all’estate del 2003.
Invece, secondo le analisi effettuate dalla Noaa sul clima globale, l’estate del 2012 è stata la terza estate più calda dal 1880. Il record di surriscaldamento globale appartiene all’estate 1998 seguita dall’estate del 2010. Tuttavia, se si escludono le temperature degli oceani e si analizzano le sole temperature dei continenti dell’emisfero nord, l’estate 2012 è la più calda estate mai verificatasi dal 1880.
Queste anomalie climatiche, che hanno causato anche siccità record negli Stati Uniti e in area mediterranea, sono state causate principalmente dall’intensificazione e dall’espansione verso nord degli anticicloni subtropicali. Si tratta di eventi rari o eccezionali?
Secondo un recente studio, effettuato da ricercatori americani (Duke University e Columbia University) e cinesi (Accademia Cinese delle Scienze) pubblicato su «Nature Geoscience», si tratta, in realtà, di una tendenza in atto causata dal riscaldamento climatico globale. Lo studio ha, infatti, rianalizzato i dati di circolazione atmosferica globale degli ultimi 40 anni, per valutare in dettaglio tutti gli scambi di calore fra basse e alte latitudini e ricavare le tendenze attuali e la possibile evoluzione futura, in funzione del riscaldamento climatico, della dinamica e della termodinamica degli anticicloni subtropicali.
I risultati ottenuti mostrano che gli anticicloni subtropicali, a causa di questo riscaldamento climatico globale, tenderanno a intensificarsi sempre più durante la stagione estiva. Il fenomeno, però, interesserà soprattutto quelli localizzati sugli oceani a ridosso dei continenti, per il concomitante rafforzamento della circolazione termica generata dal contrasto di temperature fra oceani e continenti. E con l’intensificazione degli anticicloni subtropicali, le situazioni di ondate di caldo eccessivo e di siccità prolungata nelle aree prospicienti la fascia subtropicale, come il sud dell’Europa e la regione sud-occidentale del nord America, diventeranno la norma piuttosto che l’eccezione.
Questi risultati non sono comunque una novità, come hanno rilevato i climatologi dell’Enea, perché già l’Ipcc nel suo quarto «Assessment Report» del 2007 aveva rilevato che la grande circolazione atmosferica globale, dovuta al diverso riscaldamento tra equatore e poli e all’effetto della rotazione terrestre (forza di Corilolis) era in fase di cambiamento. La grande circolazione atmosferica globale è quella che determina una catena quasi permanente di alte pressioni «dinamiche» calde, che oscilla mediamente attorno ai 30° di latitudine, e un’altra catena, anch’essa quasi permanente, di basse pressioni «dinamiche» fredde, che oscilla invece attorno ai 60° di latitudine. Tra queste due catene di alte e basse pressioni, alle nostre latitudini intermedie, corrono veloci le cosiddette correnti occidentali.
Già allora l’Ipcc aveva mostrato che, con il riscaldamento climatico del nostro pianeta, le aree intertropicali e subtropicali più calde saranno soggette a fenomeni di espansione verso latitudini più alte, spostando di conseguenza a più alte latitudini, sia la catena degli anticicloni dinamici caldi subtropicali, sia la fascia delle correnti occidentali delle medie latitudini.
Ora il recente studio dei ricercatori americani e cinesi, non solo conferma le precedenti valutazioni Ipcc, ma chiarisce soprattutto l’aspetto di interconnessione fra circolazione atmosferica globale e le diverse circolazioni termiche a scala continentale e sub continentale, generate dalla differente capacità termica della superficie terrestre, tra continenti e oceani e tra mare e terra. Sono proprio queste circolazioni che estremizzano, poi, alle latitudini medio-basse, e in particolare in area mediterranea, le ondate di calore e di siccità, così come i fenomeni termo-convettivi estremi quali i cicloni extratropicali, i temporali e le trombe d’aria.
(Fonte Enea Eai)