«Questa è, probabilmente, una delle scoperte più importanti dopo le grotte di Castellana – ha dichiarato Lorenzo Di Liso, presidente del «Gasp!» – che permetterà di ampliare le conoscenze del nostro territorio e aggiungere nuovi capitoli alla storia geologica dell’altopiano delle Murge»
Quando la fatica dell’uomo e la nuda bellezza della pietra s’incontrano, il risultato, a volte, è il fascino disarmante di architetture litiche che s’incastrano nel paesaggio come elementi naturali, disposte dall’uomo con la stessa sapiente precisione con cui Madre Terra dissemina le querce e le rocce.
Tra Alberobello e Monopoli, nel cuore di un territorio simbolo della magia di quest’incontro, in un paesaggio puntellato di trulli e muretti a secco, la dedizione dell’uomo e la riconoscenza della Terra hanno trovato nuove forme di espressione: alla Natura questa volta è bastata la pazienza, la passione e il lavoro infaticabile degli speleologi del «Gasp!» per svelare la meraviglia di volumi sotterranei, naturali e imperfettibili, alla cui creazione ha provveduto essa stessa.
La parola chiave di quella che si prospetta una scoperta grandiosa è «Gasp!», che non è solo un’espressione di inevitabile e incontenibile stupore ma è anche e soprattutto l’acronimo del gruppo speleologico autore della straordinaria scoperta.
Quello che fino a poco tempo fa sembrava solo un inghiottitoio fossile, si è rivelato, in realtà, l’ingresso ostruito di un mastodontico labirinto sotterraneo di indescrivibile bellezza.
Subito dopo l’ingresso, si apre quello che gli speleologi del «Gasp!» hanno battezzato «Pozzo SS. Medici» in onore dei Santi Cosma e Damiano, protettori di Alberobello, la cui festa si celebrava proprio nel giorno della scoperta. A seguire lo splendido «Pozzo Gasp!» profondo oltre 60 m, di rara bellezza, con la roccia pulita e bianchissima incisa dalla potenza dell’acqua e le imponenti colate di calcite purissima che risaltano sulle scure pareti intrise di ossidi, che si allontanano fino a perdersi nelle profonde oscurità dell’abisso.
Di lì in poi è un susseguirsi di volumi sospesi, geometrie sorprendenti, sfumature improbabili e scintillii abbaglianti che mozzano il fiato.
«Questa è, probabilmente, una delle scoperte più importanti dopo le grotte di Castellana – ha dichiarato il presidente Di Liso – che permetterà di ampliare le conoscenze del nostro territorio e aggiungere nuovi capitoli alla storia geologica dell’altopiano delle Murge. Un grazie particolare va a Pierluigi Rotolo, proprietario del terreno che dà accesso alla grotta, perché ha dimostrato enorme disponibilità oltre ad una spiccata sensibilità, al contrario di molti che occultano o peggio ancora distruggono, le formazioni carsiche rinvenute nei propri possedimenti».
La scoperta sarà presentata dal Gasp! venerdì 2 novembre nel corso di «Spélaion 2012 …la fine del mondo», raduno internazionale di Speleologia previsto quest’anno a Borgo Celano – San Marco in Lamis (Foggia) dal 1° al 4 novembre.
Nei vuoti immensi che corrono sotto i trulli, il buio custodisce il segreto di concrezioni purissime che imitano il ghiaccio, mentre nel silenzio ancestrale del ventre di Gaia a riecheggiare v’è solo lo stillicidio dell’acqua e il cuore di chi guarda.
«Gasp!», sta per «Gruppo archeologico speleologico pugliese». Presieduto da Lorenzo Di Liso, Istruttore di Speleologia del Cai dall’esperienza ventennale, il gruppo è nato meno di un anno fa in seno alla storica Sezione Cai (Club alpino italiano) di Gioia del Colle e raccoglie l’eredità del Gsg il «Gruppo speleologico gioiese».
A coordinare le attività del Gruppo, il consiglio direttivo composto dallo stesso presidente, da Marisa Zaccaria, Ivana Guagnano e l’altro istruttore Luca Benedetto, alla cui tenacia e pazienza si deve l’inizio dell’attività esplorativa che ha portato alla scoperta della grandiosa cavità ipogea.