Il provvedimento, che vede sotto custodia giudiziaria un’area di più di 30.000 metri quadrati, è stato emesso dal gip ed eseguito dagli agenti del Corpo forestale dello Stato
Inciampare nel famigerato reato ambientale sembra essere diventata, ormai, la moda del momento. Uno degli ultimi recentissimi casi è stato riscontrato a Salerno e più precisamente in località di Prevetelupo di Vallo della Lucania, dove sono scattati i sigilli per una struttura alberghiera e un centro benessere.
Il provvedimento, che vede sotto custodia giudiziaria un’area di più di 30.000 metri quadrati, è stato emesso dal gip ed eseguito dagli agenti del Corpo forestale dello Stato.
Pietro Lombardi, proprietario del complesso turistico alberghiero e padre di Antonio, ex patron della Salernitana e presidente dell’Ance, risulta attualmente indagato.
Gli uomini della Forestale avrebbero individuato una serie di irregolarità nel rilascio delle autorizzazioni, in un’area soggetta a diversi vincoli ambientali. Il procedimento è risultato viziato dal mancato rilascio della valutazione di impatto ambientale, nonché dall’omessa valutazione d’incidenza ambientale, vista la rilevanza delle opere.
Inoltre è accertata la realizzazione di lavori abusivi, come il campo di calcio realizzato in prossimità del torrente, con occupazione abusiva di area demaniale.
Le indagini sono scattate a seguito delle segnalazioni di taglio di alberi lungo l’argine del Badolato, un affluente dell’Alento. Dagli accertamenti sono anche risultate modifiche dell’alveo naturale del torrente.
Antonio e Pietro Lombardi dovranno rispondere, insieme ai loro tecnici e consulenti, di abuso d’ufficio, reati ambientali e paesaggistici, falso in atto pubblico, occupazione abusiva di demanio pubblico e violazione delle normative sulla tutela delle acque pubbliche.
Il proprietario rimane comunque fiducioso e ha ribadito più volte che tutte le documentazioni sono regolari e sono state trasmesse agli organi competenti.
I reati ambientali sono in netta crescita e questo è un dato di fatto. In una recente pronuncia, il Consiglio di Stato ha sottolineato la portata dell’attività sanzionatoria diretta ad assicurare la tutela ambientale e paesaggistica quale valore «primario, complesso, unitario ed assoluto, che precede gli interessi pubblici e privati», ricordando che i principi generali in materia ambientale e paesaggistica non possono esser disgiunti, per cui deve essere data la prevalenza alla tutela del paesaggio non nel significato, meramente estetico, di «bellezza naturale», ma come complesso dei valori inerenti il territorio naturale, che rappresenta un bene universale e fondamentale, oltre a costituire una risorsa assolutamente limitata ed in via di esaurimento. (Carlo Ciminiello)