La pesca eccessiva ha consumato in maniera sproporzionata gli stock ittici in tutta Europa. Circa il 70% di essi sono assolutamente sovra sfruttati. Praticamente si pescano più pesci di quanti ne nascono. Specie simbolo come il tonno rosso del Mediterraneo o il baccalà dell’Atlantico sono stati enormemente sfruttati per decenni
Ancora finanziamenti, con fondi pubblici, a nuove imbarcazioni. Questo l’accordo raggiunto ultimamente dal Feamp, ministri della Pesca europei sul Fondo per la pesca marittima.
Un provvedimento che prevede alte sovvenzioni per nuovi motori e per l’ammodernamento delle navi. Il 15% degli Stati membri, infatti, potranno accedere ai fondi tramite il Fondo per la pesca marittima europea da utilizzare per la ristrutturazione della flotta fino al 2017.
Inoltre, saranno concessi rilevanti finanziamenti per coprire le perdite economiche subite dai pescatori a causa del fermo biologico, l’interdizione temporanea della pesca.
In realtà, invece, secondo il Wwf Italia, in tal modo non si riuscirà a contrastare efficacemente la sovraccapacità. Ci sono troppe barche e troppi pochi pesci e a Bruxelles si è deciso di investire ancora nelle flotte, in nuovi pescherecci.
La pesca eccessiva ha consumato in maniera sproporzionata gli stock ittici in tutta Europa. Circa il 70% di essi sono assolutamente sovra sfruttati.
Praticamente si pescano più pesci di quanti ne nascono. Specie simbolo come il tonno rosso del Mediterraneo o il baccalà dell’Atlantico sono stati enormemente sfruttati per decenni.
È tempo di cambiare tendenza ma la Ue sembra abbia intrapreso la strada sbagliata.
L’Europa ha purtroppo sempre mal gestito la pesca. La sua politica comune (Pcp) è attualmente in fase di revisione e quest’ultimo accordo non fa ben sperare per il futuro.
Solo cinque Stati membri, Germania, Svezia, Danimarca, Regno Unito e Paesi Bassi si sono opposti agli aiuti per l’ammodernamento delle flotte, la maggioranza si è espressa, invece, a favore.
Marco Costantini, Responsabile del programma Mare del WWF Italia, ha di recente affermato: «Il Fondo per la pesca marittima europea dovrebbe sostenere misure volte a migliorare la raccolta dei dati, delle conoscenze scientifiche, promuovere la diffusione e l’adozione di attrezzi da pesca selettivi e, in ultima analisi, migliorare lo stato degli stock ittici, il benessere delle comunità costiere e l’industria della pesca. Non fare nuove barche. I governi devono smettere di spendere denaro pubblico per distruggere un bene comune».
Abbiamo bisogno di una vera e propria riforma radicale della politica della pesca europea.
Speriamo che i prossimi fondi Feamp vengano usati oculatamente, con la speranza di poter vedere i nostri mari prosperare di nuovo. (Carlo Ciminiello)