Le cause possono essere innanzitutto di natura alimentare: una dieta ricca di cibi affumicati (con la comparsa delle pericolose nitrosamine) o troppo salati, di carni rosse e di grassi, l’alcool e il fumo
Questa rubrica è dedicata alla salute ed a tutto il mondo che gira attorno ad essa. Poche parole, pensieri al volo, qualche provocazione, insomma «pillole» non sempre convenzionali. L’autore è Carlo Casamassima, medico e gastroenterologo, ecologista nonché collaboratore di «Villaggio Globale». Chi è interessato può interagire ponendo domande.
Il cancro dello stomaco rappresenta una di quelle sfide a più facce che appassionano e stimolano la comunità scientifica sia in chiave diagnostica sia terapeutica. La diagnosi precoce, ad esempio, rappresenta la chiave di volta di un trattamento che si giova della eliminazione rapida delle lesioni, scoperte nelle fasi di esordio.
Rimane però aperto il capitolo delle cause di questi tumori che sembrano essere determinati da una serie svariata di fattori. Innanzitutto cause di natura alimentare: una dieta ricca di cibi affumicati (con la comparsa delle pericolose nitrosamine) o troppo salati, di carni rosse e di grassi, l’alcool.
Il fumo di sigaretta ha certamente un ruolo di rilievo (ovviamente non solo nella cancerogenesi gastrica) che viene continuamente confermato da ogni studio e ricerca scientifica. A questi fattori di rischio si è aggiunto, con prepotenza, un microbo, l’Helicobacter Pylori che sempre più è stato individuato come causa non solo di ulcera gastrica ma anche di tumori dello stomaco. Il microbo ha la caratteristica di permanere per decenni all’interno del tubo digerente umano (con una predilezione assoluta per la cavità gastrica) creando una sorta di infiammazione cronica che crea le condizioni per l’avvio del processo canceroso.
L’infezione da HP è diffusissima al mondo, è spessissimo asintomatica, è legata (anche) alle condizioni igieniche locali e non fa molta differenza nella scelta dell’ospite fra bambini ed anziani, uomini e donne. Può essere diagnosticato semplicemente (con una gastroscopia o con un esame del respiro assolutamente incruento) e debellato con una terapia antibiotica di una settimana o dieci giorni di tempo.
La sfida contro il cancro dello stomaco, cioè, sembra davvero e sempre più giocarsi su più piani: uno socio-ambientale che spinga a ridurre gli inquinanti ambientali; uno culturale che imponga scelte corrette dal punto di vista comportamentale ed alimentare; uno medico tecnologico che riesca a creare condizioni per scovare l’eventuale presenza dell’Helicobacter per poi distruggerlo con terapie tutto sommato assai semplici. La terapia del tumore, intesa come escissione o rimozione del cancro, sarà in tal modo sempre più trattamento solo di quei casi che sfuggiranno alla intelligente rete di una vera prevenzione basata sul coinvolgimento attivo sia dei cittadini sia degli operatori sanitari.