C’è anche l’energia a chilometro zero

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Parte dalla fiera di Rimini la proposta di Ater che porterà bollette più leggere del 26%. Grazie alle Seu, i Sistemi efficienti di utenza, e i consorzi tra produttori e acquirenti di energia green l’Italia può risparmiare 250 milioni l’anno di incentivi

Anche l’energia scopre la filosofia a chilometro zero. Nel nome dell’efficienza e dell’autoconsumo. Target: tagliare di oltre un quarto i costi energetici italiani. È la proposta che parte oggi da Key Energy (la sesta edizione del salone internazionale per l’energia e la mobilità sostenibili in corso a Rimini Fiera) a firma di Ater, l’Associazione tecnici energie rinnovabili.

«Grazie alle nuove tecnologie, il modello energetico più avanzato che possiamo proporre al Paese si basa sulla produzione e l’autoconsumo locale di fonti pulite», ha spiegato Massimo Venturelli, presidente di Ater, al convegno «Il fotovoltaico fuori dagli incentivi» che si è tenuto questa mattina in fiera.

La proposta dei tecnici, già portata al tavolo dell’Autorità per l’energia, si basa sulle Seu (Sistemi efficienti di utenza) che possono mettere in contatto diretto, senza intermediazione, la domanda e l’offerta di energia, i produttori e i consumatori dello stesso territorio. Proprio come avviene quando il chilometro zero è applicato all’alimentare, per esempio. «Chiediamo che ognuno possa vendere la propria energia green al vicino di casa o alle imprese o ai loro consorzi – chiarisce Venturelli -. Oppure accumularla, insieme ad altri produttori consorziati, per venderla o consumarla in un secondo momento. Le Seu vanno gradualmente liberate e sostenute da un conto di compensazione gestito dal Gse. In questo modo sarà possibile davvero rompere i monopoli».

Come calcola l’associazione, al netto di 250 milioni l’anno di risparmio sugli incentivi si genererebbero sgravi in bolletta per circa tre milioni di famiglie con un riduzione del 26% del costo dell’energia. E la regolazione avverrebbe tra consorzi, senza sbilanciamento della rete.

Ma la Strategia energetica nazionale va in questa direzione? «Intanto è fondamentale che siano finalmente state avviate le consultazioni – risponde Walter Ganapini del comitato scientifico dell’Agenzia europea dell’ambiente e presidente di Sisifo Italia, tra i relatori del convegno -. L’Italia ha assoluto bisogno di pianificazione in campo energetico: parlo di un business plan per tutto il sistema che finora non è mai stato fatto. Con inevitabili conseguenze». Come la carenza di infrastrutture, riferisce l’esperto, e una scarsa trasparenza del prezzo di gas e petrolio pagato all’origine da un Paese come il nostro che importa circa l’80% dell’energia.

La proposta integrale a chilometro zero di Ater.