In Italia 27.920 edifici scolastici sono in aree ad elevato rischio sismico, di cui 4.856 in Sicilia, 4.608 in Campania, 3.130 in Calabria (il 100 per cento del totale), 2.864 in Toscana, 2.521 nel Lazio; inoltre, ad elevato rischio idrogeologico sono 6.122 scuole, di cui 994 in Campania, 815 in Emilia-Romagna e 629 in Lombardia. La Risoluzione scuole
«Le scuole sono assieme agli ospedali gli edifici pubblici che dovrebbero offrire le maggiori garanzie di sicurezza, perché accolgono il nostro bene più prezioso: il nostro futuro. La protezione Civile, ha accertato nei mesi scorsi che in Italia 27.920 edifici scolastici sono in aree ad elevato rischio sismico, e la stessa aveva stimato che sarebbero serviti almeno 13 miliardi di euro per metterle a norma. Per la prima volta fu anche valutata la quantità delle risorse indispensabili per fronteggiare l’annoso problema che, sebbene “difficilmente sostenibile” nel breve termine, avrebbe dovuto rappresentare l’orizzonte entro cui impostare le successive politiche di bilancio.
«Sono soddisfatto che oggi grazie ad una risoluzione sottoscritta in maniera bipartisan da numerosi parlamentari di tutti i gruppi, questo inderogabile obbligo di sicurezza trovi strumenti e risorse per essere attuato».
A dichiararlo è il Presidente della Commissione Ambiente, Angelo Alessandri, che insieme all’on. Rubinato e ad altri 14 parlamentari hanno presentato una risoluzione che impegna il Governo a valutare la necessità di intraprendere iniziative volte a far sì che «la quota dell’otto per mille di competenza statale di cui alla legge 20 maggio 1985, n.222 possa essere utilizzata prioritariamente per finanziare interventi di messa in sicurezza delle scuole (ovvero, quando risultasse necessario, alla loro delocalizzazione o demolizione e ricostruzione) ed in particolare a porre gli edifici scolastici in condizioni di totale sicurezza statica e sismica, utilizzando le migliori tecnologie antisismiche ed in tale ambito sensibilizzando gli enti richiedenti affinché diano precedenza a richieste di finanziamento che prevedano tali obiettivi già con le istanze che dovranno trasmettere entro il prossimo marzo 2013».
L’iniziativa giunge a 4 anni dal crollo del controsoffitto dell’aula del liceo Darwin di Rivoli (Torino), in cui morì il giovane studente Vito Scafidi che non fu l’unica vittima della precarietà in cui versano gli edifici scolastici se ricordiamo i fatti luttuosi accaduti a San Giuliano di Puglia e l’Aquila che sono costati 36 vittime innocenti.
Ed in particolare, si legge nella Risoluzione in commissione (7/01053), che «nell’ambito delle audizioni svolte dall’VIII Commissione ambiente, territorio e lavori pubblici in occasione dell’indagine conoscitiva sullo stato della sicurezza sismica in Italia, in particolare durante le audizioni dei rappresentanti del Consiglio nazionale dei geologi, del Consiglio nazionale degli ingegneri, dell’Enea e di alcune università, è stato ancora una volta ribadito come nel nostro paese vi sia una gravissima situazione di scarsa sicurezza delle scuole e che in particolare, attraverso il rapporto Cresme, si possa evincere che il 49 per cento degli edifici scolastici in Italia non abbia un certificato di agibilità; il Consiglio Nazionale dei geologi, sulla base dello studio condotto dal medesimo Consiglio su dati Cresme, Istat e protezione civile, ha accertato che in Italia 27.920 edifici scolastici sono in aree ad elevato rischio sismico, di cui 4.856 in Sicilia, 4.608 in Campania, 3.130 in Calabria (il 100 per cento del totale), 2.864 in Toscana, 2.521 nel Lazio; inoltre, ad elevato rischio idrogeologico sono 6.122 scuole, di cui 994 in Campania, 815 in Emilia-Romagna e 629 in Lombardia; quanto sopra riportato è altresì confermato dagli stessi dati del Ministero dell’istruzione dell’università e della ricerca pubblicati di recente a seguito dei risultati dell’anagrafe dell’edilizia scolastica; nell’ambito delle succitate audizioni, in particolare durante quelle dell’Enea e del presidente della Commissione Grandi Rischi, è stato anche sottolineato che oltre il 70 per cento dell’edificato italiano non è in grado di resistere ai terremoti ai quali può risultare soggetto e che tale elevato numero di edifici altamente vulnerabili al sisma include numerose scuole, spesso ospitate da edifici antichi o semplicemente vecchi, per i quali l’adeguamento sismico è impossibile od eccessivamente costoso».