Messo a punto un Piano che consentirà di vigilare e di intervenire sul processo e sulla produzione di greggio. Si arriva perfino allo stop dell’impianto, ove si superino i valori-soglia del biossido di zolfo e di idrogeno solforato, ridotti del 20 per cento rispetto ai limiti normativi nazionali
Aria della Val d’Agri sotto controllo e nel caso in cui dovessero notarsi elevazioni di concentrazioni di inquinanti, sia pure restando al di sotto dei limiti di legge, riduzione automatica delle attività estrattive che possono giungere fino allo stop totale. È la procedura messa in campo dalla giunta regionale con il Piano di azioni per la tutela della qualità dell’aria in Val d’Agri, che, nello specifico, riguarda i comuni di Viggiano e Grumento Nova maggiormente interessati dalle attività estrattive, con un’area di «misura» di circa 100 chilometri quadrati.
Si tratta di una serie di «Norme tecniche e azioni» che, recepite in una delibera, vengono presentate oggi.
Il Piano parte dall’analisi dell’andamento dei dati stessi rilevati dall’Arpab relativi agli anni 2006-2011, tenendo presente la radiazione solare, la temperatura, l’umidità relativa e la velocità del vento, per avere informazioni sulle caratteristiche dell’atmosfera nella zona. Per costruire questa serie storica sono stati presi in considerazione gli inquinanti presenti nell’aria acquisiti dalla centralina fissa di Contrada Guardemauro nel Comune di Viggiano e sono stati integrati dai dati delle campagne di monitoraggio del biossido di zolfo e dell’idrogeno solforato, effettuate con mezzi mobili negli anni 2008-2011. Dall’osservazione è emerso che tutti gli inquinanti considerati e derivanti dalle attività antropiche e industriali della Val d’Agri non hanno mai evidenziato superamenti delle norme, anzi le medie massime giornaliere registrate sono state molto più basse rispetto ai valori minimi stabiliti dalle norme. Il biossido di zolfo ha mostrato dal 2006 un trend di crescita pur rispettando i limiti di legge.
Il Piano ha preso in considerazione, stabilendo valori-soglia, il biossido di zolfo e l’idrogeno solforato, perché strettamente correlati alle attività estrattive e quindi più significativi per valutare l’impatto delle attività petrolifere sull’aria.
La rete di monitoraggio si è consistentemente sviluppata, con un sistema di rilevazione della qualità dell’aria, che si è potenziato attraverso la messa in funzione delle cinque centraline di monitoraggio in altrettanti punti strategici dell’area, e su una modellistica meteoclimatica elaborata dall’Arpab.
In particolare, nello studio è stata effettuata una valutazione qualitativa delle ricadute al suolo delle emissioni di biossido di zolfo mediante l’utilizzo di un modello di dispersione degli inquinanti soprattutto in relazione alle attività del Cova, il Centro Olio in Val d’Agri dell’Eni, dove viene eseguito il primo trattamento del petrolio. Tutti i dati di qualità dell’aria delle 5 centraline, vengono inviati e resi disponibili presso l’Osservatorio ambientale della Val D’Agri.
Il Piano risponde al «principio di precauzione» riportato dall’art. 191 del trattato di funzionamento dell’Unione europea in tema di ambiente. A scopo cautelativo, ha abbassato del 20 per cento i valori limite stabiliti dalla normativa nazionale sia per il biossido di zolfo (D.Lgs 155/2010) sia per l’idrogeno solforato (art. 8 DpR 322/1971) e sono questi i valori-soglia da non superare. Perciò nel Piano sono previsti, quotidianamente, confronti tra la concentrazione media oraria e giornaliera e i valori soglia del biossido di zolfo e dell’idrogeno solforato.
A seconda dei trend di concentrazione misurati, per gli inquinanti in questione sono stati individuati quattro livelli di attenzione correlati al numero dei superamenti dei valori soglia che si verificheranno nel corso dell’anno civile. Senza attendere che si raggiungano i livelli limite di legge, in base a quanto previsto dal Piano, in caso di raggiungimento delle «soglie di intervento», saranno messe in campo una serie di azioni specifiche, a partire dalla revisione delle unità operative e di adeguamenti tecnici, che il Cova dovrà attuare per riportare i valori nelle soglie stabilite. Queste contemplano, per i livelli di attenzione più alti, la riduzione della quantità di greggio trattato e il blocco immediato dell’impianto, e ciò pure se il superamento viene registrato in una sola centralina dell’Arpab. In sostanza, con valori-limite più alti si interverrà sul processo e sulla produzione, anche se queste rispettano le norme di legge, potendo giungere perfino allo stop. Gli interventi messi in atto dal Cova dovranno essere documentati e annotati su un registro a disposizione degli enti di controllo e tempestivamente comunicati agli uffici competenti della Regione e della Provincia di Potenza, ai Comuni di Viggiano e Grumento Nova e all’Arpab.
Il Piano di azioni è stato approvato da governo regionale ed è stato trasmesso alla Terza Commissione consiliare per le valutazioni di competenza.