I movimenti pro-salute e pro-ambiente di Taranto negli ultimi mesi si sono fatti sentire come non mai. Tra questi Peacelink e il suo presidente Alessandro Marescotti, noto da tempo per le sue battaglie (finito anche, come si legge sul suo diario di facebook.com, nelle intercettazioni telefoniche tra il faccendiere Archinà, il quale, conversando con uno dei tantissimi suoi interlocutori, prende doverosamente atto che «nonostante l’intento dell’Ilva sia osteggiare e sconfessare gli ambientalisti, Marescotti e Matacchiera in testa, non si può non convenire che “gli ambientalisti non è che le cose se le inventano”»).
Marescotti dal 2005 ha iniziato ad occuparsi dell’inquinamento da diossina della città di Taranto e con i suoi studenti ha proposto nel 2011 un legge per la certificazione degli alimenti dioxin free. Lo abbiamo intervistato a margine della manifestazione.
Il decreto legge del governo Monti invade i poteri della magistratura, la Costituzione è rispettata o no?
Questa è una manifestazione che ha un rilievo nazionale, perché è la bocciatura popolare del decreto legge anticostituzionale che sottrae alla magistratura i propri compiti specifici, che sono quelli di poter sequestrare impianti pericolosi. Il decreto legge che invade la sfera d’azione della magistratura e dà al governo e al parlamento poteri che sconfinano in una vera e propria manipolazione della Costituzione, questo decreto è chiaramente bocciato dalla gente. Noi a Taranto ci sentiamo accerchiati da un potere politico che vuole continuare a far inquinare degli impianti considerati pericolosi dalla magistratura.
Finalmente la gente è scesa per le strade…
Quello di oggi non è l’unico corteo, è l’ultimo di tanti cortei: per citare un esempio, c’è stata in passato una grande fiaccolata a cui hanno partecipato 10mila persone.
Cosa vi aspettate dalla magistratura? E quale sostegno pensate di poter dare?
C’è da aspettarsi una forte reazione dignitosa e non violenta della città; il nostro è e sarà un sostegno alla magistratura a cui noi chiediamo cha vada avanti e che un’azienda di questo tipo (Ilva, N.d.R.), che continua ad inquinare e cha ha inquinato in passato con la complicità di una rete di politici, non continui più la sua attività.
L’Ilva deve chiudere?
L’Ilva così com’è non può continuare a inquinarci e anche l’Aia (l’autorizzazione rilasciata dal ministro dell’Ambiente Corrado Clini, N.d.R.) non è idonea: il caso macroscopico è che vengono dati trentasei mesi per coprire i parchi minerali. Recentemente è passato un tornado e ha sfiorato i parchi minerali, se fosse passato sui parchi minerali tutti questi palazzi che abbiamo intorno sarebbero neri e non sappiamo come starebbero i nostri polmoni.
Vito Stano