L’uso e il commercio di queste sostanze sono regolati da una legislazione europea (Legislazione Ods). Tale legislazione ha stabilito che ogni compagnia che produce, esporta o importa nell’Ue dovrà annualmente riportare la propria attività riguardante le sostanze chimiche
Un Rapporto dell’Agenzia europea per l’ambiente (Aea) illustra come l’Europa abbia fatto importanti progressi nell’eliminazione di sostanze chimiche dannose per lo strato di ozono. Il rapporto è un insieme di dati riportati dalle compagnie sulla produzione, l’importazione, l’esportazione, la distruzione e l’uso delle così dette «sostanze che consumano l’ozono» (Ods, Ozone depleting substances) nell’Unione europea.
Infatti, all’interno dell’Ue, l’uso e il commercio di queste sostanze sono regolati da una legislazione europea (Legislazione Ods). Tale legislazione ha stabilito che ogni compagnia che produce, esporta o importa nell’Ue dovrà annualmente riportare la propria attività riguardante le sostanze chimiche.
In totale, 189 compagnie hanno riportato attività riguardanti l’uso di tali sostanze mentre 104 compagnie hanno dichiarato di non aver fatto uso di queste sostanze nel 2011. Complessivamente i dati mostrano che il consumo, la produzione, l’importazione e l’esportazione sono diminuiti dal 2006.
Il rapporto considera la produzione e l’utilizzo di 200 sostanze chimiche quali i clorofluorocarburi, gli halons e gli idroclorofluorocarburi. Tali sostanze sono controllate dal Protocollo di Montreal, un trattato internazionale per la protezione dello strato di ozono con il quale i governi si sono accordati per bandire le sostanze nocive per l’ozono stratosferico.
Inoltre, è importante ricordare che molte sostanze Ods sono anche potenti gas ad effetto serra, per cui la loro eliminazione contribuisce a risolvere un altro problema ben noto, il cambiamento climatico. Studi scientifici hanno stimato che il Protocollo di Montreal ha ridotto le emissioni di gas ad effetto serra molto più di quanto abbia fatto il Protocollo di Kyoto.
Un precedente Rapporto dell’Aea valuta i progressi realizzati rispetto agli impegni assunti dall’Ue nell’ambito del protocollo di Kyoto.