Mobilità sostenibile – Torino si conferma al primo posto

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A seguire Brescia e Parma. Al quarto posto Milano, subito dopo Bologna. Roma arretra addirittura al ventiseiesimo posto, mentre al ventunesimo posto è Napoli la prima città del sud. Ancona e Prato per la prima volta nella top ten. Le più insostenibili sono L’Aquila, Catanzaro e Reggio Calabria. Car sharing di nuovo in aumento. Per il trasporto pubblico, la maggiore offerta a Milano e Cagliari

Torino mantiene saldamente la prima posizione e si conferma la città più «eco-mobile» d’Italia. Vince ancora, forte di un buon servizio di trasporto pubblico, ad una flotta di biciclette condivise e ad un servizio di car sharing tra i più efficienti e apprezzati della penisola, ad una quota superiore alla media di auto a basso impatto ambientale e ad un basso tasso di incidentalità e mortalità sulle strade cittadine. Nonostante ciò i valori di inquinamento atmosferico non riescono a rientrare nei limiti, a causa delle sfortunate condizioni climatiche che interessano Torino e buona parte delle città del bacino padano.
Sul podio ancora tutte città del nord con il secondo posto a Brescia e il terzo a Parma, ma nella «top ten» si affacciano per la prima volta Ancona al decimo posto e Prato in ottava posizione. Milano guadagna la quarta posizione e subito dopo Bologna che sale dal sesto al quinto posto. Sempre nella «top ten» Bergamo al sesto posto, seguita da Venezia al settimo e Modena in nona posizione. In fondo alla classifica della mobilità sostenibile, L’Aquila, Catanzaro e Reggio Calabria.

La graduatoria delle città alla ricerca di una mobilità più sostenibile è contenuta nel sesto Rapporto «Mobilità sostenibile in Italia: indagine sulle principali 50 città», elaborato da Euromobility con il contributo di Bicincittà e Fit Consulting e con il Patrocinio del ministero dell’Ambiente e della Tutela del territorio e del Mare.
Ancora più ricca di indicatori questa sesta edizione con dati sulla distribuzione delle merci in città e sulle flotte di veicoli comunali, che si aggiungono ai dati della scorsa edizione sui parcheggi di scambio e a pagamento, sul numero di incidenti e sull’indice di mortalità, sul numero di autovetture per kmq, sulle iniziative di promozione e comunicazione a favore della mobilità sostenibile.
Come negli anni passati, il rapporto tiene anche conto delle consuete informazioni relative alle innovazioni introdotte per la gestione della mobilità (car sharing, bike sharing, mobility manager), allo stato di salute delle città in relazione alla presenza di auto di nuova generazione o alimentate a combustibili alternativi (gpl, metano), all’offerta di trasporto pubblico, alle piste ciclabili, alle zone a traffico limitato e pedonali. Le 50 città monitorate sono tutti i capoluoghi di Regione, i due capoluoghi delle Province autonome e le città con una popolazione superiore ai 100.000 abitanti.
«Questo sesto Rapporto – dichiara Lorenzo Bertuccio, Direttore scientifico di Euromobility – conferma la diffusione del bike sharing e una decisa ripresa del car sharing, ma segnala una battuta d’arresto nell’aumento delle auto a gpl e metano. Le amministrazioni dimostrano una sempre maggiore attenzione anche nelle politiche di gestione della distribuzione delle merci in città e ricorrono sempre più frequentemente ai veicoli a basso impatto, come le auto elettriche e ibride, per rinnovare le auto delle proprie flotte, ma la percezione è che il percorso sulla strada dell’eco-mobilità è ancora lungo e tortuoso». Il Presidente Riccardo Canesi va oltre e sollecita le amministrazioni «ad un maggiore impegno sul piano culturale e a dimostrare più coraggio e determinazione nelle scelte, per far sì che la bicicletta possa davvero diventare uno strumento sempre più diffuso e un mezzo scelto quotidianamente da un maggior numero di cittadini per muoversi in città».

Tutti i record città per città

A Torino, Milano e Brescia continua l’impegno delle amministrazioni per la bicicletta e per il potenziamento del bike sharing, il servizio di biciclette condivise: Milano conta 13.000 utenti registrati e 1.800 biciclette, Torino 14.400 utenti e 540 biciclette (+80%), e Brescia 8.266 utenti e 259 biciclette (più che raddoppiate rispetto all’anno precedente). Nelle 16 città che usano il sistema elettronico gli utenti sono aumentati di oltre del 31% e le biciclette in circolazione di oltre il 35%.

Car sharing di nuovo in aumento, stallo invece per i mobility manager

Il car-sharing, l’auto condivisa, dopo la battuta d’arresto del 2010, inizia nuovamente a crescere nel nostro Paese: gli utenti crescono del 16,2% rispetto all’anno precedente e le automobili del 12,4%. Milano mantiene la pole position per numero di utenti (4.443), seguita da Venezia con 3.564 e Torino con 2.600. Sempre a Milano il primato di auto in car sharing (132) seguita da Torino (126).
A Cagliari, Campobasso, Catanzaro, L’Aquila, Latina, Pescara, Livorno, Sassari e Taranto, tutte città del centro-sud, continua l’assenza dei mobility manager: rimangono quindi sempre 41 le città in cui è presente il mobility manager di Area.

Trasporto pubblico, la maggiore offerta a Milano e Cagliari

La maggiore offerta di trasporto pubblico locale (vett*Km/ab) si registra a Milano, Cagliari, Venezia e Torino, mentre il maggior numero di passeggeri viaggiano a Venezia, Roma e Milano.
Nell’ultimo anno, secondo i dati di Legambiente utilizzati nel presente rapporto, le città di Monza, Bergamo
Cagliari, Novara, Torino e Brescia hanno incrementato di molto l’offerta di trasporto pubblico, mentre nelle città di Modena, Salerno, Livorno, Napoli e Prato si è registrata una preoccupante riduzione. Sempre secondo i dati di Legambiente, nelle città di Foggia, Bergamo, Cagliari, Firenze, Monza, Torino, Brescia e Novara è cresciuto il numero di passeggeri trasportati, mentre una flessione superiore al 10% si è registrata nelle città di Palermo, Ferrara, Potenza, Pescara, Bari, Napoli. I dati dimostrerebbero che l’aumento di offerta da parte delle amministrazioni è premiato da una positiva risposta da parte dei cittadini, che usano di più il trasporto pubblico. I dati di Legambiente relativi all’ultimo anno non sono disponibili per le città di Aosta, Latina, Messina, Rimini, Siracusa e Reggio Calabria e ciò ha influito anche sulla classifica finale.

Stabile e sempre alto il tasso di motorizzazione, a L’Aquila, Latina e Catania il possesso più elevato

Stabile il tasso di motorizzazione, l’indicatore che misura la consistenza della flotta veicolare in rapporto alla popolazione residente, pari in Italia a 60,67 auto ogni 100 abitanti contro la media europea di circa 46. Le città con più auto sono L’Aquila e Latina, la prima con 73,9 e la seconda con 72,5 auto ogni 100 abitanti, seguite da Catania, con quasi 72 auto per 100 abitanti, e Potenza (71,8). Venezia, naturalmente, e Genova, Bolzano e Bologna contano invece il minor numero di automobili circolanti per abitante. Napoli, Torino e Milano si confermano invece le città con il più alto numero di autovetture per ogni kmq di territorio. Sono sempre le città del sud che presentano il maggior numero di auto più inquinanti, con Napoli che svetta (sono quasi il 57% le auto con più di 11 anni di vita), seguita da Catania, con il 52,2%. Relativamente agli standard emissivi più recenti (Euro 4 ed Euro 5), le città di Aosta, Trento e Firenze mostrano le percentuali più alte (il dato di Aosta è però falsato perché molte società di autonoleggio immatricolano qui le autovetture della propria flotta). Iniziano a circolare già alcune automobili di standard euro 6, la cui percentuale è però ancora molto bassa e pari allo 0,01% sulle 50 città, il maggior numero si registra a Roma con 293 automobili seguita da Milano con 173.
Inalterata rispetto allo scorso anno la classifica per le due ruote a motore: il tasso di motorizzazione più elevato si registra a Livorno (25,4 ogni 100 abitanti), seguita da Genova (22,6) e Catania (21,7), mentre le città con meno motocicli e ciclomotori sono Foggia (5,5), Venezia (6,6) e Potenza (7,1). Aosta mantiene il primato delle due ruote più inquinanti (il 48,0% sono Euro 0), seguita da Perugia (47,3%) e Udine (46,3%), mentre Livorno (19,1%), Firenze (22,8%) e Roma (23,3%) annoverano il minor numero di motocicli e ciclomotori Euro 0.

Si arresta nel 2011 la crescita del numero di auto a gas nelle 50 città

Mentre il 2010 aveva registrato un boom di auto a gas, grazie anche agli incentivi, con un aumento di quelle a GPL rispetto all’anno precedente del 19,7% e di quelle a metano del 7,8%, il 2011 registra purtroppo una battuta di arresto. Si confermano Ravenna, Ferrara e Bologna, con una media intorno al 18%, le città dove il gas va per la maggiore. Fanalini di coda nella classifica delle auto a gas sono sempre Trieste, Udine e Siracusa.

Veicoli comunali sempre più ecologici

A Forlì (73,2), Modena (70,8) e Bologna (62,3) le percentuali più elevate di veicoli a basso impatto (elettriche, ibride, metano, Gpl) nelle flotte comunali. Il primato di auto elettriche e/o ibride spetta a Reggio Emilia (53,8%), di metano a Modena (58,6%) e di Gpl a Bergamo (36,4%).

Inquinamento, aria buona a Genova e Potenza, cattiva ad Ancona e Torino

Solo le Città di Aosta, Cagliari, Campobasso, L’Aquila, Messina, Potenza e Sassari rispettano tutti i limiti imposti dalla normativa. Torino ha registrato sia il maggior numero di superamenti di PM10 (158 rispetto ai 35 consentiti), sia la più elevata media annuale (59 microgrammi al metro cubo rispetto al limite di 40). Seguono in entrambe le classifiche Siracusa, Milano e Verona. A Messina si è registrato il numero minore di superamenti (3), mentre Potenza ha registrato la media annuale più bassa, 21 microgrammi al metro cubo.

Sicurezza, è sempre Bergamo la città con il maggior numero di incidenti

Per il secondo anno consecutivo, il maggior numero di incidenti ogni 100 abitanti si registra a Bergamo (stabile a 2,7), seguita da Monza (2,6) e Vicenza (2,3), mentre l’indice di mortalità più elevato (numero di morti ogni 100 incidenti) spetta a Campobasso (5,0), seguita da Foggia (4,5) e Catanzaro (4,3). Strade molto più sicure rispetto all’anno precedente per numero di incidenti a Bari, Milano e Udine, mentre a Brescia, Bari, Piacenza e Messina è diminuito di molto l’indice di mortalità.

A Venezia il primato dei parcheggi di interscambio, mentre a Bologna quello della tariffazione

Bologna scalza Firenze in classifica per numero di parcheggi a pagamento (154 contro 144 ogni 1.000 autovetture circolanti), mentre Venezia si riconferma prima in classifica per dotazione di parcheggi di scambio (145 posti ogni 1.000 autovetture circolanti), staccando di gran lunga Piacenza (71,6) sola al secondo posto.

Si affaccia una nuova iniziativa: il Giretto d’Italia

Anche nel 2011 l’iniziativa di maggior successo, alla quale hanno aderito tutte le città ad eccezione di Catanzaro e Forlì, è risultata la Giornata Nazionale della Bicicletta promossa dal ministero dell’Ambiente. Molto seguita è risultata anche l’iniziativa Bimbinbici seguita dalla Settimana europea della Mobilità alla quale hanno aderito 24 città contro le 14 dell’anno precedente. Le iniziative Bicincittà e Vivincittà hanno registrato rispettivamente un’adesione di 22 e 20 città su 50. La neonata iniziativa Giretto d’Italia ha da subito ottenuto l’adesione di 18 città.

Per le merci servono regole condivise

I regolamenti per l’accesso e la distribuzione delle merci nelle Ztl delle 50 città del rapporto differiscono da città a città e sono stabiliti in funzione del peso dei veicoli e delle emissioni inquinanti. Nella maggior parte dei casi l’accesso è limitato ai veicoli con peso inferiore a 35 q.li e con standard di emissione almeno Euro 2. A Bologna, Ferrara, Firenze, Forlì, Genova, Livorno, Milano, Napoli, Perugia, Piacenza, Prato, Ravenna, Reggio Emilia, Roma, Salerno, Terni, Torino, Trento e Verona è richiesto per l’accesso il pagamento di una tariffa. Anche le fasce orarie differiscono da città a città e nella maggioranza di esse l’accesso è limitato tra le 9 e le 10,30 e tra le 14 alle 17,30.
Quel che è certo è che il sistema di accesso alle Zone a Traffico Limitato per i veicoli commerciali necessita di regole chiare e condivise e di una regia nazionale. Per fortuna qualcosa si muove, risale infatti a qualche settimana fa la firma dell’Accordo sulla distribuzione urbana delle merci firmato da ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, Anci e grandi Aree Metropolitane. Le esperienze e le indicazioni delle grandi città, prime fra tutte Torino, Milano e Napoli, potranno così essere tradotte in norme condivise che facilitino il lavoro degli operatori e contengano l’impatto della distribuzione delle merci sui fenomeni di congestione e sulla qualità dell’aria delle città.