Arsenico – Accademia Kronos dette l’allarme 3 anni fa…

721
Tempo di lettura: 2 minuti

Se invece di accusare Accademia Kronos di bloccare il turismo nel lago di Vico, avessero fatto tesoro delle informazioni e dei consigli di tecnici e scienziati di allora, oggi non ci si troverebbe in queste condizioni e, soprattutto, non si darebbe un colpo mortale al turismo della Tuscia

Accademia Kronos nella primavera del 2009 a proprie spese avviò con un istituto d’analisi delle acque di Roma, certificato e accreditato presso il Cnr, un controllo accurato sul livello di Arsenico nelle acque potabili di tre comuni: Capranica, Civitacastellana e Ronciglione. I risultati furono preoccupanti soprattutto per Capranica e Ronciglione dove si riscontrarono valori di Arsenico molto superiore ai 20 microgrammi litro e in alcuni casi oltre i 45 microgrammi per litro. Furono indette assemblee pubbliche dove l’associazione si preoccupò di informare il pubblico sul problema arsenico, anzi fu fatto di più, furono diramate anche le percentuali di Uranio 238 presenti nelle acque potabili che superavano di molto, soprattutto a Ronciglione, livelli di pericolosità per la salute umana.
Quale fu il risultato di queste riunioni e informazioni al pubblico? Gli allora amministratori di alcuni comuni della Tuscia tacciarono l’associazione di terrorismo. I commercianti soprattutto di Ronciglione e di Caprarola addossarono la diminuzione del turismo, non all’inizio della crisi economica generale, ma alle notizie sull’arsenico e sull’uranio 238 diffuse dall’associazione. Accademia Kronos fu così accusata di voler distruggere il turismo del lago di Vico.
Alcuni assessori per vanificare i timori di Accademia Kronos e tranquillizzare i propri cittadini e operatori turistici ostentarono la loro sicurezza sulla salubrità delle acque bevendo davanti alla gente acqua prelevata dalle fontane pubbliche. Quindi, oltre alle polemiche e alle minacce di querele, non si fece nulla. E a nulla sono servite le proposte tecniche e scientifiche per superare il problema prospettate dagli esperti non solo di Accademia Kronos, ma della stessa Università della Tuscia.
Poi arrivò il diktat europeo e allora alcuni comuni del viterbese, come Corchiano, iniziarono a dotarsi di efficienti dearsenificatori. Il comune di Ronciglione, invece di seguire l’esempio, continuò ad osteggiare l’Associazione al punto di inviare un giorno una task-force di vigili urbani per infliggergli delle multe (oggi c’è un’amministrazione nuova più sensibile!).
Oggi, a quattro anni di distanza, molte amministrazioni comunali sono nel panico… cercano ancora formule e bizantinismi per rinviare a non si sa quando provvedimenti definitivi capaci di mettere in sicurezza i cittadini. Ma se invece di accusare Accademia Kronos di bloccare il turismo nel lago di Vico, avessero fatto tesoro delle informazioni e dei consigli di tecnici e scienziati di allora, oggi non ci si troverebbe in queste condizioni e, soprattutto, non si darebbe un colpo mortale al turismo della Tuscia, visto che del problema arsenico ormai non ne parlano solo i giornali locali, ma anche quelli nazionali.