Questa rubrica è dedicata alla salute ed a tutto il mondo che gira attorno ad essa. Poche parole, pensieri al volo, qualche provocazione, insomma «pillole» non sempre convenzionali. L’autore è Carlo Casamassima, medico e gastroenterologo, ecologista nonché collaboratore di «Villaggio Globale». Chi è interessato può interagire ponendo domande
La vicenda relativa ai vaccini antiinfluenzali per questa tornata invernale è paradigmatica di come l’informazione in generale e quella cosiddetta scientifica di grande divulgazione in particolare abbiano molto da farsi perdonare in termini di serietà e professionalità e siano a volte esse stesse causa di mala sanità e di cattiva salute.
Come si ricorderà, subito dopo l’estate si è diffusa a ritmo galoppante la notizia secondo cui alcuni lotti di vaccino contro l’influenza autunnale 2012 erano stati ritirati per essere sottoposti ad ulteriori controlli nel dubbio che vi fosse stata qualche imprecisione o addirittura qualche errore nella filiera produttiva. La notizia era relativa solo ad alcuni lotti e non avrebbe creato allarme diffuso, se divulgata correttamente, poiché si trattava in sostanza di una misura precauzionale e preventiva su materiale che non era nocivo ma che veniva sottoposto ad ulteriori verifiche per evitare che ci potesse essere anche il minimo dubbio sulla sua sicurezza. Invece la notizia che è stata data o, meglio, la notizia che è arrivata al grande pubblico è stata più o meno nei termini di «Vaccini killer», «Allarme vaccini», «Stop vaccini, pericolo rosso», ed altre amenità simili.
Si sa che le notizie urlate, a sfondo trash, possibilmente con contorno di gossip e che (per tornare un attimo agli sfortunatissimi Maya) possibilmente raccontino o prevedano morti, catastrofi, incendi o cavallette a go-go sono le più appetite dai mezzi di informazione, troppo spesso ridotti ad urlatori acritici di verità mal acquisite e peggio ancora diffuse. Questo purtroppo si sa e, quel che è peggio, pare stia diventando la cifra costante della divulgazione pseudoscientifica attuale. E quindi la reazione immediata di milioni di persone è stata quella del «quest’anno niente vaccini perché fanno morire la gente». Milioni di persone fra cui anziani debilitati, diabetici scompensati, bronchitici cronici, bambini bisognosi di copertura rispetto alle patologie infettive invernali e così via.
Il risultato è stato che molti cittadini non si sono sottoposti a vaccinazione antinfluenzale, quest’anno, molti pazienti hanno evitato di praticare una importante procedura preventiva rispetto ad una patologia di un certo rilievo come l’influenza invernale, molti malati affetti da condizioni croniche individuate fra quelle che dovrebbero godere della «copertura» specifica del vaccino antinfluenzale hanno fatto a meno di andare dal proprio medico curante per sottoporsi, gratuitamente, ad una somministrazione utile e precauzionale del vaccino in questione. Le Asl, una volta capita l’aria che tirava, hanno ordinato quantità meno che dimezzate del vaccino, i medici hanno avuto a disposizione dosi ridotte del farmaco e quindi si è creata una spirale per cui alla fine la vaccinazione antinfluenzale quest’anno ha finito per «coprire» un numero assai ridotto di individui, il Ssn ha «risparmiato» nell’immediato qualche euro, i medici non hanno potuto svolgere al meglio il proprio lavoro per via di un equivoco che, come un cane che si morde la coda, si è autoalimentato senza motivo. Già, perché poi, dopo gli opportuni controlli, si è visto che i lotti in questione erano assolutamente privi di problemi e che il vaccino non era né migliore né peggiore di quello che è stato distribuito gli anni scorsi.
Nessuno, naturalmente, si è dato pena di sparare a nove colonne il titolone sui «vaccini ok» (le buone notizie, come si sa, non hanno grande pubblico) e il sistema sanitario ha perso un’occasione per svolgere sino in fondo il proprio compito.
Quanto abbiamo risparmiato come collettività dall’acquisto ridotto di vaccini antinfluenzali nell’autunno 2012? Pochi euro. Quanto rischiamo di perdere in termini di salute dalla mancata vaccinazione di una parte cospicua della popolazione a rischio? Molto, purtroppo. Quanto abbiamo messo nel portafogli (in tempi di spending review) per via di qualche vaccino non acquistato grazie ad una psicosi irrazionale ed insensata? Qualche monetina. Quanto spenderemo, probabilmente, in termini di terapia per bronchiti riacutizzate, insufficienze respiratorie che precipitano, deficit cardiovascolari che si scompensano a causa del virus influenzale lasciato libero di agire? Purtroppo molto, temiamo. Chi ringraziare?
Carlo Casamassima, medico e gastroenterologo