Smaltimento moduli FV – Un rinvio penalizzante

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L’ulteriore proroga di tre mesi è iniqua e penalizza chi, come i produttori nazionali di moduli Fotovoltaici, aveva investito ingenti risorse per ottemperare alle specifiche prescrizioni nei tempi e nei modi dettati dalla normativa. Il Presidente di Comitato Ifi: uno schiaffo all’industria nazionale dei moduli FV, avvantaggiando invece quei consorzi, produttori e importatori appartenenti a gruppi multinazionali, per lo più cinesi

Il blitz è arrivato a poche ore dalla chiusura natalizia, forse con l’intento di dare il minimo rilievo alla notizia dell’extra-proroga di tre mesi (31 marzo 2013) rispetto al termine del periodo transitorio (31 dicembre 2012) indicato ai consorzi di smaltimento dei moduli fotovoltaici per assolvere ai requisiti indicati nei DM 5 maggio 2011, DM 5 luglio 2012 e relative Regole Applicative.

In realtà il dubbio che il ministero dello Sviluppo Economico (Mise) avesse iniziato uno strano palleggio di competenze con il Gse, al fine di consentire ai «ritardatari» di disporre di qualche mese in più per conformarsi alle prescrizioni, era nell’aria già da qualche mese: almeno da metà settembre, quando il Disciplinare Tecnico sui requisiti dei Consorzi di Smaltimento dei moduli a fine vita era di fatto già pronto per una sua pubblicazione, in attesa solamente di un formale avvallo da parte del Mise.

Il Comitato Ifi (Industrie fotovoltaiche italiane) nel corso del 2012 ha in più occasioni comunicato in modo ufficiale ai soggetti competenti (Mise e Gse) che avrebbe vigilato in modo intransigente e rigoroso per il rispetto formale e sostanziale di tutte le severe disposizioni inserite nelle norme contenute nei decreti IV e V Conto Energia (certificazione Iso 9001, 14001, 18001, Factory Inspection Certification…), compresa quella relativa all’adesione ai Sistemi e Consorzi di smaltimento che garantissero la completa gestione del fine vita dei moduli FV. Tale richiesta aveva lo scopo di tutelare gli ingenti sforzi compiuti dall’industria nazionale, già pesantemente vessata dai continui cambi normativi e da condizioni inique di competitività di mercato (dumping cinese), messi a punto per farsi trovare in regola all’entrata in vigore dei requisiti normativi prescritti, rispetto a chi, in regola, non vi si fosse trovato.

«Questa extra-proroga di tre mesi – ha dichiarato Alessandro Cremonesi, Presidente di Comitato Ifi – concessa a chi dopo oltre sei mesi di periodo transitorio non ha investito adeguatamente per ottemperare ai requisiti previsti, ha l’effetto di uno schiaffo da parte del ministero dello Sviluppo Economico all’industria nazionale dei moduli FV, in regola già dal primo giorno di entrata in vigore delle prescrizioni normative (1° luglio 2012)».

«Da oltre un anno – prosegue Cremonesi – avevamo sviluppato un accordo con il Consorzio Cobat con l’intento di presentare l’industria nazionale con tutte le carte in regola per rispondere nei tempi e nelle modalità richieste a quanto previsto dalle norme in materia di smaltimento. I produttori nazionali di celle e moduli fotovoltaici hanno investito in questo periodo ingenti risorse capitali e umane per attivare sistemi di tracciabilità di prodotto e di gestione del fondo comune (Trust), così come prescritto nelle Regole Applicative del Gse già dallo scorso 22 giugno (Regole Applicative Gse – rev. 3 – DM 5 maggio 2011) e successive modifiche.

«È evidente – conclude Cremonesi – che gli effetti di questa extra-proroga vadano a totale vantaggio di sistemi e consorzi di smaltimento non ancora pronti a soddisfare tutti i requisiti di conformità alla normativa vigente, che annoverano tra i loro aderenti grandi gruppi esteri di produttori e importatori per lo più cinesi. Prendiamo atto che, anche in quest’occasione, le istituzioni nazionali, il cui ruolo naturale dovrebbe essere quello di tutelare e salvaguardare l’industria italiana e gli effetti occupazionali e di sviluppo delle comunità locali che essa stessa genera, abbiano ancora una volta disatteso le nostre aspettative di rigore ed imparzialità».