In Svezia nasce la fattoria verticale

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Nella città di Linkoping, l’azienda alimentare Plantagon sta costruendo il primo edificio, alto circa 54 metri e con gli orti disposti su 25 piani. Lo scopo del progetto è di ridurre l’utilizzo ed il consumo di suolo, pesticidi e acqua. Inoltre, si aumenterebbe la produzione di ortaggi per soddisfare la domanda alimentare evitando però la deforestazione

Rivoluzione nell’agricoltura, il futuro sarà verticale. In Svezia nasce il primo «grattacielo serra» al mondo. Ha inizio una nuova era, quindi, che ridurrà drasticamente la superficie di terreno occupato e che renderà la coltivazione sempre più economica e sostenibile. 
Più precisamente, nella città di Linkoping, l’azienda alimentare Plantagon sta costruendo il primo edificio, alto circa 54 metri e con gli orti disposti su 25 piani. (Un progetto già elaborato dall’Enea qualche anno fa, N.d.R.)

Il grattacielo, dal design assolutamente avveniristico e obliquo per assorbire meglio la luce solare, sarà ultimato nel 2014 e dovrebbe essere in grado di produrre una vasta gamma di verdure a foglia verde, tra cui insalata, spinaci, sedano bianco e senape.
Lo scopo del progetto è di ridurre l’utilizzo ed il consumo di suolo, pesticidi e acqua. Inoltre, si aumenterebbe la produzione di ortaggi per soddisfare la domanda alimentare evitando però la deforestazione.
I pesticidi, infatti, e altri prodotti chimici ora ampiamente usati per contrastare malattie e piante infestanti, non verrebbero usati perché non ce ne sarebbe bisogno in queste serre protette.
La produttività prevista è altissima, fino a 300 chili di raccolto per metro quadro, un palazzo che può assicurare, quindi, una produzione sufficiente per 350.000 persone.
Ma vediamo come funziona una «fattoria verticale». La semina avviene nei piani più alti. Non serve la terra, perché la crescita è assicurata dall’uso di acqua opportunamente arricchita di minerali. Durante la crescita le verdure vengono portate nei piani più bassi e quando sono a giusta maturazione si trovano a livello del terreno.
Un nuovo sistema di che sarà in grado di soddisfare la crescente domanda di una popolazione mondiale sempre più urbanizzata, a scapito delle terre coltivabili.
Si stima che entro il 2050 oltre l’80% della popolazione mondiale risiederà nei centri urbani. Una crescita notevole che suscita molte preoccupazioni anche dal punto di vista alimentare.
Secondo la Fao, infatti, entro il 2020 sarà disponibile solo la metà dei terreni arabili procapite che c’erano nel 1960; area che si dimezzerà ancora entro il 2050 se non migliorerà la qualità del suolo e del suo sfruttamento.
L’unica soluzione oggi pare essere rappresentata dall’«agricoltura urbana» e anche se la Svezia sarà il primo Paese a vedere nascere una struttura del genere, anche altre nazioni come Giappone, Usa e Cina stanno correndo verso questa direzione, ingegnosa ma anche necessaria e doverosa.