Il convegno intende fornire un approfondimento scientifico su temi riguardanti la compatibilità delle attività petrolifere con l’ambiente in Alta Val d’Agri, soprattutto con riferimento al rischio d’inquinamento delle acque superficiali e sotterranee, una risorsa sempre più strategica la cui potabilità coinvolge la vicina Puglia
Sono 16 i pozzi ubicati all’interno del Parco nazionale dell’Appennino Lucano – Val d’Agri-Lagonegrese, istituito nel 2007, come dice Pietro Dommarco nel suo recente libro «Trivelle d’Italia», un caso unico al mondo. Una situazione simile dovrebbe avere procedure e controlli a tutela della salute dei cittadini e del territorio senza precedenti, dovrebbe avere una solida e capillare rete di monitoraggio di tutti i parametri chimici, fisici ed ecologici che caratterizzano le componenti ambientali: Il sistema di monitoraggio doveva essere attivo, per valutare gli effetti sull’uomo e la natura, già prima dell’avvio delle attività dell’industria di estrazione petrolifera: ricerca, perforazione, smaltimento fanghi di perforazione, estrazione, prima lavorazione degli idrocarburi e trasporto alla raffineria.
Non è così in Val d’Agri dove da qualche tempo le associazioni ambientaliste locali denunciano uno scarso controllo del territorio e degli effetti che l’industria dell’estrazione petrolifera sta producendo su ambiente e salute.
Sabato prossimo si terrà presso l’Hotel dell’Arpa di Viggiano (PZ) un convegno dal titolo «Tutela del Territorio, tra petrolio, acqua e sismicità», patrocinato dal Comune di Viggiano e dallo Sportello per lo Sviluppo del Comune di Viggiano, promosso dall’Associazione Medici per l’Ambiente (Isde).
Il convegno intende fornire un approfondimento scientifico su temi riguardanti la compatibilità delle attività petrolifere con l’ambiente in Alta Val d’Agri, soprattutto con riferimento al rischio d’inquinamento delle acque superficiali e sotterranee, una risorsa sempre più strategica la cui potabilità coinvolge la vicina Puglia. Tra i relatori è atteso Massimo Civita, Ordinario di Idrogeologia Applicata del Politecnico di Torino, ritenuto uno dei maggior esperiti, in Italia e nel mondo, nel campo dell’idrogeologia applicata; hanno aderito all’iniziativa anche Franco Ortolani, Ordinario di Geologia presso l’Università Federico II; Raffaele Romagnoli, Associato di Petroleum Engineering presso il Politecnico di Torino e Ferdinando Laghi, vicepresidente dell’Associazione Medici per l’Ambiente.
Nei mesi scorsi le associazioni ambientalisti locali hanno protestato per il negato intervento nell’ambito di un’iniziativa scientifica analoga, questa volta gli organizzatori hanno garantito massima partecipazione riservando loro interventi prima della tavola rotonda che prevede la partecipazione di sindaci della Val d’Agri e del Vallo di Diano, rappresentanti politici, rappresentanti delle istituzioni lucane e degli enti gestori della risorsa acqua.
l’Italia è un paese in cui la classe politica, che ha governato e che governa gli enti locali e lo Stato, ha dimostrato in più occasioni di ignorare o disattendere le soluzioni alle grandi e piccole questioni a tutela della saluta e dell’ambiente; oggi molte informazioni vere, quelle senza filtri, viaggiano da cittadino a cittadino da associazione ed associazione e attraverso la rete web.