Il colle di Tuvixeddu sorge nel centro di Cagliari, affacciato sullo stagno di Santa Gilla. Tutt’intorno è cresciuta disordinatamente la città e negli ultimi anni si sono alzati edifici altissimi che oscurano la vista dello stagno dai colli. Nei decenni si è sviluppata una cortina di palazzi che rendono inaccessibile la vicina necropoli
Il Tar pone un freno al cemento. Dopo diversi anni giunge finalmente al termine una delle vicende più discusse e tormentate della tutela paesaggistica in Italia.
Il Tribunale amministrativo regionale della Sardegna blinda il colle di Tuvixeddu, nei pressi di Cagliari, proteggendo la zona da nuove ondate di cemento e asfalto.
Proprio in questi giorni è stata accolta l’istanza della Regione, della Soprintendenza ai beni paesaggistici e di Italia Nostra, respingendo così la richiesta della società Coimpresa, che avrebbe voluto costruire ben 270.000 metri cubi di abitazioni affacciate sulle tombe di una antichissima necropoli.
Una partita infinita, una jungla giuridica che tra avvocati e imprenditori, ha avuto luogo senza esclusione di colpi in Tribunale e che dopo innumerevoli ricorsi e controricorsi è giunta solo ora all’ultimo round.
Ma procediamo per tappe. Già nel 2011 il Consiglio di Stato dichiarò la assoluta inedificabilità della zona.
Tale pronuncia, però, fu messa in discussione da un lontano accordo di programma del 2000, sottoscritto con il Comune, retto allora dal centrodestra e che, andando incontro agli interessi dei costruttori, avrebbe consentito di edificare un quartiere di palazzine a ridosso delle sepolture.
Il Tar ha ora statuito, invece, che il vincolo di inedificabilità assoluto posto su cinquanta ettari di Tuvixeddu dal Piano paesaggistico dell’amministrazione regionale di Renato Soru è valido e insormontabile.
Teoricamente l’impresa costruttrice potrebbe di nuovo ricorrere al Consiglio di Stato, ma sembra inverosimile che il supremo tribunale amministrativo possa smentire una sua stessa decisione, contraddicendosi.
Il colle di Tuvixeddu sorge nel centro di Cagliari, affacciato sullo stagno di Santa Gilla. Tutt’intorno è cresciuta disordinatamente la città e negli ultimi anni si sono alzati edifici altissimi che oscurano la vista dello stagno dai colli. Inoltre, ai suoi piedi si è sviluppata nei decenni una cortina di palazzi, alcuni dei quali costruiti proprio sulle tombe. Tutta intera la necropoli è inaccessibile, se non intrufolandosi fra i palazzi e salendo carponi e molte tombe sono, purtroppo, abbandonate al degrado, usate come discariche.
Si tratta, però, di un posto unico, di grande fascino e che rappresenta, oggi, l’avamposto dell’ambientalismo, il simbolo della Cagliari che non vuole arrendersi ai poteri forti e ai magnati dell’edilizia, un vero e proprio spot avverso le speculazioni e contro i grandi affari.