Un altro attivista ambientale scomparso misteriosamente

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Sombath Somphone
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Secondo l’Unesco ha sostenuto «eco-tecnologie e micro-imprese e miglioramenti del livello d’istruzione con l’introduzione di stufe a basso consumo, la promozione di produzione locale di concime organico, mettendo a punto nuove tecniche di lavorazione e strategie di marketing per le piccole imprese, l’avvio di riciclaggio dei rifiuti nel capitale e l’organizzazione di ulteriori programmi curriculari per i giovani»

Molti interrogativi circondano la scomparsa del sessantenne Sombath Somphone dopo che il governo del Laos ha negato il suo rapimento ed ha trattenuto il noto attivista, riferisce l’Associated Press.
Somphone, che ha ricevuto il prestigioso Premio Ramon Magsaysay per la leadership comunitaria nel 2005 per il suo lavoro in campo sociale ed ambientale, è scomparso 15 Dicembre 2012. Filmati a circuito chiuso mostrano Sombath fermo presso una stazione di polizia stradale nella capitale Vientiane dopo essere stato bloccato da una pattuglia.
Qualche settimana fa lo Human Rights Watch ha dichiarato che il filmato e altri documenti «indicano che le autorità del Laos lo hanno preso in custodia, sollevando preoccupazioni per la sua sicurezza». Ma esponenti governativi del Laos hanno immediatamente respinto l’accusa, sostenendo che Sombath era stato rapito a causa di «un problema personale con il mondo degli affari». Il governo del Laos non ha fornito alcun elemento di prova a sostegno della sua affermazione, ma ha comunicato di aver aperto indagini sulla scomparsa.

Il lavoro di Sombath si è concentrato sullo sviluppo sostenibile in Laos. Secondo l’Unesco, Sombath ha sostenuto «eco-tecnologie e micro-imprese e miglioramenti del livello d’istruzione con l’introduzione di stufe a basso consumo, la promozione di produzione locale di concime organico, mettendo a punto nuove tecniche di lavorazione e strategie di marketing per le piccole imprese, l’avvio di riciclaggio dei rifiuti nel capitale e l’organizzazione di ulteriori programmi curriculari per i giovani». Anche se le sua attività non appaiono rappresentare una minaccia diretta al governo notoriamente autoritario del Laos, la sua recente partecipazione ad una riunione di Ong può essere legata alla sua scomparsa, secondo il rapporto di Ap: «Come rappresentante senior delle Ong in Laos, Sombath ha avuto una grande visibilità durante l’Asia-Europa People Forum, che si svolge a margine del Asia-Europe Meeting di livello ministeriale con i leader di entrambi i continenti. Il People Forum ha messo in evidenza le preoccupazioni delle Ong, le cui priorità, ad esempio la salvaguardia dell’ambiente e garantire un utilizzo equo delle terre per i piccoli agricoltori, sono spesso in contrasto con quelle del governo, che sostiene invece una rapida crescita economica.
«La contrapposizione tra protezione e sviluppo è evidente anche in altri Paesi vicini, soprattutto quelli in fase di transizione da economie socialiste: Birmania, Cambogia e Vietnam. Mega-progetti che alimentano la crescita economica, come ad esempio dighe, si trasformano anche in opportunità di corruzione dei pubblici ufficiali.
«L’arresto e la scomparsa di Sombath avrebbe avuto lo scopo di mandare il messaggio chiaro alla comunità delle Ong di non sfidare il governo. Con modalità simili, il Laos all’inizio di questo mese ha espulso il rappresentante capo della Ong svizzera Helvetas per aver criticato il governo».

Arresti arbitrari e detenzioni si verificano puntualmente in Laos, secondo il Dipartimento di Stato degli Stati Uniti. Human Rights Watch ha dichiarato che la scomparsa Sombath aderisce ai principi di rispetto dei diritti umani del Laos.
«Il governo del Laos ha bisogno di rivelare immediatamente la posizione di Sombath e di liberarlo – ha dichiarato Brad Adams, direttore per l’Asia di Human Rights Watch –. Le autorità del Laos dovrebbero rendersi conto che il rischio per la loro reputazione internazionale cresce a passi da gigante ogni giorno che la scomparsa di Sombath resta senza causa».

In tutto il sud-est asiatico e nella maggior parte dei Paesi del mondo dove la deforestazione e le altre minacce ambientali sono costanti, attivisti e scienziati che denunciano la situazione di corruzione e distruzione degli ecosistemi vengono arrestati, torturati e spesso uccisi nel silenzio generale della comunità internazionale.
La loro voce resterà inascoltata sino a quando i cittadini di quei Paesi occidentali, che sono i primi finanziatori delle crisi ecologiche delle aree in via di sviluppo, non amplificheranno il messaggio racchiuso in gesta coraggiose e che non trovano spazio tra la santificazione degli eroi militari e la benedizione dei santi.