La comunità mondiale spinge affinché la lotta contro le neoplasie venga affrontata con ancora maggior vigore ed ulteriori risorse. Il numero di nuovi casi di tumore è in costante aumento in tutto il mondo e l’ipotesi più suffragata ritiene che si arrivi in un paio di decine d’anni ad un raddoppio complessivo della popolazione che ne soffre
Questa rubrica è dedicata alla salute ed a tutto il mondo che gira attorno ad essa. Poche parole, pensieri al volo, qualche provocazione, insomma «pillole» non sempre convenzionali. L’autore è Carlo Casamassima, medico e gastroenterologo, ecologista nonché collaboratore di «Villaggio Globale». Chi è interessato può interagire ponendo domande.
Il 4 febbraio, in occasione della Giornata mondiale della lotta contro i tumori, scienziati, ricercatori, medici, oncologi lanciano un segnale d’allarme e di stimolo all’intera comunità mondiale affinché la lotta contro le neoplasie venga affrontata con ancora maggior vigore ed ulteriori risorse. Lo slogan è di quelli che non passano inosservati: «Fermiamo il cancro ora» e l’impegno potrebbe far tremare i polsi o addirittura sembrare una pia illusione, da lanciare come un palloncino nel cielo delle promesse o delle speranze.
Cinque grandi giornali europei «generalisti» («International Herald Tribune», «El País», «Le Monde», «La Repubblica», «Neue Zürcher Zeitung») ed una prestigiosa rivista scientifica come «Lancet» avanzeranno una formale e «pesante» proposta ai governi di tutto il mondo affinché con urgenza vengano predisposte ed attuate una serie di misure concrete e ben definite perché la battaglia contro il cancro si tramuti da slogan in realtà verificabile e «misurabile».
L’appello è del World Oncology Forum (Wof), che sotto l’egida della European School of Oncology (Eso) fondata da Umberto Veronesi ha riunito a Lugano nell’ottobre scorso 100 esperti di oncologia (clinici, ricercatori, politici, giornalisti, rappresentanti dell’industria e delle associazioni di pazienti) e parte dalla constatazione secondo cui il cancro è una delle principali cause di morte ovunque nel mondo con un numero di nuovi casi in così rapido aumento che, secondo i dati Oms, se ne attende un raddoppio nell’arco dei prossimi 25 anni. Con un ovvio aumento di costi sociali, sanitari ed economici per l’intera società che farebbe assai meglio ad attuare una riflessione approfondita sulla malattia (in realtà sulle tante malattie che finiscono tutte insieme sotto la generica denominazione di «cancro») e sulle più efficienti strategie per debellarla.
I leader mondiali, i Governi, gli stessi partiti politici devono essere resi consapevoli della necessità di un approccio sistemico al problema cancro e non limitarsi a sbandierarne alcuni aspetti solo al momento in cui si determina una condizione di emergenza o di pericolo, specie ora che la comunità scientifica ha con chiarezza percepito le reali proporzioni della questione: il numero di nuovi casi di tumore, cioè, è in costante aumento in tutto il mondo e l’ipotesi più suffragata ritiene che si arrivi in un paio di decine d’anni ad un raddoppio complessivo della popolazione che ne soffre. È anche vero che negli ultimi 40 anni la capacità di penetrazione diagnostica e di efficacia terapeutica si è a sua volta raddoppiata con un considerevole aumento della guaribilità dei tumori (che giunge sino al 90% nel caso di tumori alla mammella, ad esempio, mentre rimane considerevolmente più bassa nel caso di altre tipologie di tumori) ma non c’è dubbio che in un quadro di grande complessità è necessario aumentare gli sforzi (da parte di tutti) per riuscire a migliorare la performance complessiva nei confronti di una malattia che continua ad essere considerata a troppi livelli una sorta di tabù oscuro o una specie di maledizione divina.
È indispensabile partire dalla convinzione che il tumore ha radici multiple e che tutte quelle radici devono essere soggette ad analisi accurate e studi approfonditi: dalla genetica agli inquinamenti in causa sono tantissimi elementi che, tutti quanti, vanno messi sotto la lente di ingrandimento.
Così come (e sembra dissonante dirlo in tempi di difficoltà economica) è altrettanto indispensabile predisporsi per un investimento forte e lungimirante che, nella lotta contro i tumori, irrobustisca da un lato le braccia della prevenzione e della conoscenza dall’altro quelle della terapia e dell’assistenza.