I test su topi inattendibili e fuorvianti

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Dimostrato, con uno studio pubblicato sulla rivista «Proceedings of the National Academy of Sciences», che i risultati della sperimentazione sui topi non possono essere trasferiti sul modello umano per almeno tre diversi tipi di patologie (sepsi, traumi e ustioni). Messa in dubbio anche l’attendibilità dei test condotti sul cancro e sulle patologie cardiache

«Scusate, ci siamo sbagliati». Dopo anni di ricerche, dopo che milioni di topi e ratti sono stati sacrificati in nome del presunto progresso scientifico, dopo che a centinaia di migliaia di pazienti sono stati somministrati farmaci realizzati e testati sulla base di questo modello animale, i ricercatori americani hanno dimostrato, con uno studio pubblicato sulla prestigiosa rivista «Proceedings of the National Academy of Sciences», che i risultati della sperimentazione sui topi non possono essere trasferiti sul modello umano per almeno tre diversi tipi di patologie (sepsi, traumi e ustioni). Ma i ricercatori si spingono oltre mettendo in dubbio anche l’attendibilità dei test condotti sul cancro e sulle patologie cardiache. È quanto rivela la versione online del «New York Times».
«Il caso della sepsi è paradigmatico – spiega il direttore scientifico dell’Enpa, Ilaria Ferri -. Ai pazienti sono state somministrate circa 150 terapie farmacologiche precedentemente sperimentate sui topi: ebbene, nessuna di queste ha prodotto sull’uomo i risultati sperati, già osservati nelle cavie. Questo perché, come sostengono gli autori della ricerca, la biologia di un topo è profondamente diversa da quella di un uomo; così come sono differenti nelle due specie sia le manifestazioni patologiche sia le risposte fisiologiche. In altri termini, non c’è alcuna correlazione tra i geni dell’uomo e quelli dei topi».
Dunque, il «paper» dei ricercatori americani (che ha dovuto attendere più di un anno prima di essere pubblicato) benché centrato sui topi, sembra avere una valenza più ampia che potrebbe far vacillare gli assunti di base, peraltro mai validati scientificamente, su cui si regge il sistema della sperimentazione animale.

«Ogni anno – prosegue Ferri – milioni di animali vengono sottoposi a sofferenze terribili e moltissimi di loro perdono la vita. La sperimentazione animale è inutile e paradossale perché alla fine, come dimostra la pubblicazione scientifica, anche noi uomini diventiamo cavie: topi di 70 kg sui quali vengono sperimentati farmaci inaffidabili in quanto sviluppati a partire da un modello inattendibile. Pertanto, fermare i test sugli animali significa salvare la vita a milioni di esseri senzienti e contribuire realmente al vero progresso della scienza medica».