Pollina e produzione di biogas

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In pole position per quantità di sostanza organica (70% contro il 10% delle deiezioni bovine e il 4% di quelle suine). I pro e i contro di un sistema ancora poco diffuso ma con grandi potenzialità

Tra le deiezioni animali utilizzate nella digestione anaerobica per la produzione di biogas, il ruolo della pollina merita un ragionamento a sé. E non perché non possa trovare in questa destinazione una interessante valorizzazione. Tutt’altro.

Una valorizzazione che richiede ancora studi mirati

«Il problema, se di problema vogliamo parlare – afferma Sergio Piccinini, responsabile settore Ambiente del Crpa di Reggio Emilia (Centro ricerche produzioni animali) – è che a differenza del liquame bovino e/o suino che possono essere utilizzati anche da soli negli impianti di produzione di biogas, la pollina non può essere impiegata da sola e nemmeno in quota prevalente a causa delle sue peculiarità chimico-fisiche, che si caratterizzano per l’elevato tenore di azoto che a questi livelli risulta tossico per i batteri che producono metano all’interno degli impianti. Pertanto, nessuna controindicazione all’utilizzo della pollina nella produzione di biogas, purché venga abbinata ad altri componenti e non rappresenti la quota maggiore».

Ottimo come fertilizzante, interessante come opportunità futura

Da diversi anni, proprio grazie all’elevato livello di azoto e dopo aver subito un processo di essicazione, la pollina viene sfruttata con ottimi risultati come fertilizzante per i terreni, un impiego che Piccinini definisce «più nobile, anche se il mondo della ricerca scientifica e quello industriale continuano a lavorare per trovare la strada capace di ottenere il miglior rendimento anche nella produzione di biogas. Attualmente, in Italia gli impianti che funzionano con una quota prevalente di pollina sono pochissimi e poiché non esiste ancora una tecnologia consolidata, questa fase interlocutoria in cui ancora ci troviamo ad operare non rende il suo utilizzo economicamente conveniente».

Mondo scientifico e industriale alla ricerca delle soluzioni migliori

«Questo non significa che la situazione resterà tale anche in futuro. Come ho detto si sta lavorando in una precisa direzione anche perché, con gli incentivi previsti dal V Conto Energia entrato in vigore il 1° gennaio scorso e che premiano soprattutto gli impianti che utilizzano i sottoprodotti, lo sfruttamento della pollina può aprire strade molto interessanti».
Quindi una quota particolarmente elevata di azoto che si dimostra molto vantaggiosa nella concimazione dei terreni, ma più problematica nella produzione di biogas. Piccinini fornisce alcuni numeri che spiegano bene questo concetto.

I vantaggi e i limiti di alti quantitativi di sostanza organica

«Su 1.000 kg di deiezioni suine e bovine, ad esempio – sottolinea – nel primo caso abbiamo 960 kg di acqua e 40 di sostanza organica, mentre con le deiezioni bovine la sostanza organica sale a 100 kg. Ma con 1.000 kg di pollina ben 700 sono di sostanza organica. La differenza si commenta da sola».

Le più moderne tecnologie, i vantaggi ma anche i limiti del V Conto Energia, la valorizzazione dei sottoprodotti saranno alcuni dei temi al centro di Bioenergy Italy, che dal 28 febbraio al 2 marzo prossimi Cremona Fiere ospiterà con un ricco parco espositivo e un calendario particolarmente nutrito di convegni e seminari dove approfondire le tematiche più attuali del mondo delle energie rinnovabili e conoscere le ultime novità del settore. Tra questi anche un seminario dedicato alla produzione di biogas da pollina che si terrà il 1° marzo alle 14,30.
Per il programma completo: www.bioenergyitaly.com