La Commissione europea ha appena diffuso i risultati del sondaggio effettuato nell’ottobre 2012 secondo cui 61% degli europei dichiara che le sostanze chimiche presenti oggi sul mercato Ue sono più sicure di 10 anni fa
In Europa, nonostante la crisi economica di questi ultimi anni, l’industria chimica continua ad essere uno dei maggiori settori industriali e serbatoio di occupazione diretta e indiretta in molte regioni dell’Ue.
Nel 2006, per salvaguardare la salute umana e dell’ambiente dai rischi derivanti dall’uso di sostanze chimiche la Commissione europea ha emanato il Regolamento n. 1907 concernente la registrazione, la valutazione, l’autorizzazione e la restrizione delle sostanze chimiche (Reach) e per supportarne l’attuazione, nel 2007, è stata istituita l’Agenzia europea delle sostanze chimiche (Echa) a cui le aziende si devono rivolgere per la registrazione delle sostanze chimiche che producono o importano nei paesi comunitari in quantità superiori a una tonnellata all’anno. L’Echa, inoltre, assiste gli Stati membri e la Commissione europea nel processo di restrizione e autorizzazione delle sostanze che destano preoccupazione.
Il Reach si applica a tutte le categorie di sostanze chimiche prodotte, importate, utilizzate come sostanze intermedie o immesse sul mercato e si basa sul principio che i produttori e gli importatori devono assumersi la responsabilità della gestione dei rischi chimici e devono dimostrare che le loro sostanze sono sicure.
Un’altra caratteristica fondamentale del Regolamento è l’applicazione del principio di precauzione per garantire la prevenzione dei rischi e prevenire danni alla salute umana e all’ambiente.
Anche se è ancora relativamente presto per quantificarne i benefici, il Reach ha comportato notevoli miglioramenti nella gestione dei rischi chimici legati alla salute dell’uomo e dell’ambiente e un miglioramento della qualità dei dati pubblicamente disponibili per la valutazione delle sostanze chimiche, come risulta dal report «The Reach baseline study 5 years update» edito nel 2012 da Eurostat.
Infine, Reach mira ad aumentare la fiducia dei consumatori e degli investitori, così come quella dei dipendenti delle industrie e della comunità, al fine di creare un ambiente di lavoro più positivo e un’industria chimica più competitiva, innovativa e economicamente sostenibile.
Per comprendere la percezione che i cittadini europei hanno dei prodotti chimici/sostanze chimiche, la Commissione europea ha condotto, nell’ottobre 2012, un sondaggio attraverso interviste telefoniche.
L’intervista è stata effettuata a livello nazionale ad un campione di circa 1.000 cittadini, di età superiore ai 15 anni, abitanti nei 27 Stati membri. I risultati di questa indagine, così come il report «The Reach baseline study 5 years update», contribuiranno alla revisione del Reach in atto da parte della Commisione europea.
Il report «Flash Eurobarometer: Chemicals», reso pubblico in questi giorni, è suddiviso in quattro aree tematiche:
I. La consapevolezza riguardo alla presenza di sostanze chimiche in oggetti di uso quotidiano.
II. L’atteggiamento nei confronti delle sostanze chimiche.
III. Il punto di vista dei consumatori sulla sicurezza delle sostanze chimiche nell’Unione europea.
IV. Il punto di vista dei consumatori sulla responsabilità di garantire la sicurezza delle sostanze e dei prodotti chimici nell’Ue
I principali risultati del sondaggio Eurobarometro possono essere riassunti come segue:
– a cinque anni dall’entrata in vigore del Reach, tre europei su cinque ritengono che le sostanze chimiche presenti oggi sul mercato Ue siano più sicure di quanto non lo fossero 10 anni fa; non solo: il 65% gli intervistati pensano che i prodotti contenenti sostanze chimiche siano stati testati correttamente;
– la maggior parte delle persone è consapevole che nei prodotti di uso quotidiano siano presenti sostanze chimiche: il 96% degli intervistati ritiene che queste siano presenti nei prodotti per la pulizia e nelle vernici, il 90% nei cosmetici o prodotti di bellezza;
– il cibo è il prodotto che le persone controllano di più prima dell’acquisto (81%) valutando gli ingredienti riportati sulle etichette, seguono i prodotti di bellezza, i giochi, i prodotti per la pulizia; solo il 38% controlla le etichette dei vestiti;
– il 69% degli europei è d’accordo sul fatto che sia impossibile eliminare completamente le sostanze chimiche dalla vita quotidiana; il 58 % valuta che l’uso di nuove sostanze chimiche possa ridurre lo sfruttamento di risorse naturali, ma il 34 % non concorda con questa affermazione e il 52% è del parere che le nuove sostanze chimiche non possano contribuire ad un ambiente migliore;
– il 46% degli europei prima di acquistare un prodotto contenente nuove sostanze chimiche aspetterebbe che ne fosse testata la funzionalità e la sicurezza per la salute; solo il 2% degli intervistati lo acquisterebbe immediatamente;
– circa la metà (49%) degli intervistati ritiene che i prodotti fabbricati in Europa siano più sicuri rispetto a quelli importati da paesi terzi, a fronte di un 10 % che pensa che siano sicuri entrambi;
– la metà degli cittadini ha individuato nell’Unione europea la responsabile della sicurezza dei prodotti, ma i tre quinti (60%) degli europei ritiene che anche gli stessi produttori dovrebbero avere questo ruolo.
Per quanto riguarda l’Italia, dalla sintesi che la Commissione redige per ogni Paese, riportando i dati delle domande ritenute più significative, si evince che le risposte degli italiani sono state quasi sempre perfettamente in linea con la media europea (per es. presenza delle sostanze chimiche nei prodotti, sicurezza delle sostanze chimiche rispetto a 10 anni fa).