L’obiettivo principale pare essere quello del risparmio, ma facendo i calcoli si deduce che si tratta di un modesto risparmio a scapito del sapere. Comunque, dopo aver bloccato dieci direttivi presto si potrà procedere alla loro nomina, ristabilendo così un equilibrio nel principale organo di governo dei parchi e con esso una più efficace gestione
La Legge 6 dicembre 1991, n. 394 «Legge quadro sulle aree protette» all’art. 9 (Ente parco) stabilisce gli organi che costituiscono l’Ente parco, cioè l’Ente con personalità di diritto pubblico sottoposto alla vigilanza del ministro dell’Ambiente. Tra gli organi dell’Ente oltre al Presidente sono previsti il Consiglio direttivo, la Giunta esecutiva, il Collegio dei revisori dei conti e la Comunità del parco.
Tali organi concorrono a definire le politiche di gestione e sviluppo delle aree protette in armonia con la vocazione del territorio e delle attese della popolazione locale.
Dal punto di vista di riduzione dei costi da qualche anno a livello centrale si discute della riduzione del numero di persone da coinvolgere in queste che potrebbero definirsi cariche onorifiche; una discussione che ha lasciato senza Consiglio direttivo da oltre due anni ben 10 parchi, concentrando nel solo Presidente il compito di definire le politiche.
La norma prevede che il Consiglio direttivo sia formato dal Presidente e da dodici membri, nominati con decreto del ministro dell’Ambiente, sentite le regioni interessate, scelti tra persone particolarmente qualificate per le attività in materia di conservazione della natura o tra i rappresentanti della Comunità del parco. Il coinvolgimento delle 12 professionalità avveniva secondo le seguenti modalità: cinque, su designazione della Comunità del parco, con voto limitato; due, su designazione delle associazioni di protezione ambientale individuate ai sensi dell’articolo 13 della legge 8 luglio 1986, n.349, scelti tra esperti in materia naturalistico-ambientale; due, su designazione dell’Accademia nazionale dei Lincei, della Società botanica italiana, dell’Unione zoologica italiana, del Consiglio nazionale delle ricerche e delle Università degli studi con sede nelle province nei cui territori ricade il parco; in caso di designazione di un numero superiore a due la scelta tra i soggetti indicati è effettuata dal ministro dell’Ambiente; uno, su designazione del ministro dell’Agricoltura e delle foreste; due, su designazione del ministro dell’Ambiente. Il Consiglio direttivo elegge al proprio interno una giunta esecutiva formata da cinque componenti, compreso il Presidente.
La Federparchi comunica che i nuovi consigli dei Parchi nazionali saranno in futuro costituiti da otto componenti. Si legge nel comunicato che su proposta del ministero dell’Ambiente e della tutela del territorio e del mare, il Consiglio dei ministri ha approvato nei giorni scorsi, in via definitiva (dopo aver acquisito il parere del Consiglio di Stato e delle commissioni parlamentari competenti) un regolamento per il riordino degli enti vigilati dal ministero dell’Ambiente.
Il regolamento di cui è attesa la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale riduce del 33% il numero dei componenti non penalizzando, solo in percentuale, le rappresentanze locali mentre penalizzando le associazioni di protezione dell’ambiente ed escludendo il mondo accademico.
I nuovi consigli dei Parchi nazionali saranno in futuro costituiti da otto componenti: quattro designati dalla Comunità del Parco (i Comuni e altri enti locali), uno nominato dal ministero dell’Ambiente, uno scelto dal ministero delle Politiche agricole, uno indicato dalle associazioni di protezione ambientale riconosciute e infine un membro scelto dall’Istituto Superiore per la Protezione della Ricerca Ambientale (Ispra).
Nella tabella ecco come cambiano i numeri e le percentuali.
In effetti, ridurre del 33% il numero dei componenti di un consiglio direttivo potrebbe dare una sensazione di grande controllo della spesa pubblica, anche se questo potrebbe essere a scapito della professionalità e conoscenza del territorio in grado di portare benefici maggiori. Proviamo ad applicare i contenuti della Legge 30 luglio 2010, n. 122 «Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 31 maggio 2010, n. 78, recante misure urgenti in materia di stabilizzazione finanziaria e di competitività economica» e stimiamo il risparmio economico con la riduzione dei componenti dei consigli direttivi dei parchi di prossima nomina. L’art.6 comma 2 prevede che a decorrere dalla data di entrata in vigore del decreto (GU n.125 del 31-5-2010 – Suppl. Ordinario n. 114 ) la partecipazione agli organi collegiali, anche di amministrazione, degli enti, che comunque ricevono contributi a carico delle finanze pubbliche, nonché la titolarità di organi dei predetti enti è onorifica; essa può dar luogo esclusivamente al rimborso delle spese sostenute ove previsto dalla normativa vigente; qualora siano già previsti i gettoni di presenza non possono superare l’importo di 30 euro a seduta giornaliera. Vista la somma del rimborso spese e prevedendo che un operoso consiglio direttivo di un attivo parco si riunisca una volta alla settimana (52 settimane in un anno), per tutti e quattro i componenti il cui compenso è di 30 euro a seduta si produrrebbe un risparmio di soli 6.240 euro.
Credo che sarebbe stato meglio applicare la norma dell’aprile 2010 evitando modestissimi risparmi anche in relazione della riduzione dei notevoli benefici che il dialogo e l’esperienza costruttiva delle popolazioni locali, delle associazioni di protezione dell’ambiente e del mondo accademico portato alle buone politiche del parco.
Comunque la notizia buona è, come dice il presidente di Federparchi Giampiero Sammuri, che presto si potrà procedere alla nomina dei direttivi, ristabilendo così un equilibrio nel principale organo di governo dei parchi e con esso una più efficace gestione.