Anche le trivelle Enel nel mar Jonio

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foto di Angelo Ambrosi
La piattaforma Noble Al White, in Olanda
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Interessata un’estensione areale di circa 748,7 Kmq, a circa 12 miglia nautiche dalla costa. Lo studio Via prevede l’acquisizione sismica attraverso «strumentazione idonea all’identificazione di eventuali orizzonti mineralizzati». Si tratta della tecnica air-gun. Una tecnica che si è rilevata invasiva per gli ecosistemi e le specie faunistiche che frequentano il Mar Jonio, tra le quali quelle rare e minacciate di estinzione, in particolare cetacei, rettili e mammiferi marini, interferendo con le attività di pesca

Enel-Longanesi-Jonio

La Ola, Organizzazione lucana ambientalista, No Scorie Trisaia, No Triv Mediterraneo e Ambiente e Legalità, rendono noto che è stata pubblicata sul sito del ministero dell’Ambiente la nuova istanza di ricerca di permesso dell’Enel Longanesi denominata «d79 F.R. -EN». È ubicata nel Mar Ionio, in «Zona F» ed è caratterizzata da un’estensione areale di circa 748,7 Kmq, a circa 12 miglia nautiche dalla costa. Lo studio Via, depositato presso il ministero dell’Ambiente ed inviato ai Comuni costieri per l’espressione dei pareri entro il 20 maggio 2013, prevede l’acquisizione sismica attraverso «strumentazione idonea all’identificazione di eventuali orizzonti mineralizzati». L’area in cui verranno realizzate le attività di prospezione è localizzata nella parte settentrionale del Mar Ionio ed è situata lungo le coste della Calabria, Basilicata e Puglia.

I rilievi sismici prevedono, evidenziano le organizzazioni ambientaliste, tra l’altro anche l’uso dell’air-gun. Una tecnica questa che si è rilevata invasiva per gli ecosistemi e le specie faunistiche che frequentano il Mar Jonio, tra le quali quelle rare e minacciate di estinzione, in particolare cetacei, rettili e mammiferi marini, interferendo con le attività di pesca. Le organizzazioni ambientaliste denunciano come questa ennesima istanza, l’undicesima in pochi anni, si sovrappone all’intensa attività di ricerca idrocarburi nel Mar Jonio trasformato, grazie alle volontà dell’attuale governo uscente, in una servitù energetica per le numerose compagnie petrolifere interessate ad effettuare ricerche e trivellare il Mar Jonio.

Nel chiedere nuovamente ai sindaci dei comuni rivieraschi e alle Regioni Puglia, Basilicata e Calabria una ferma e decisa opposizione anche per la nuova istanza dell’Enel Longanesi, le organizzazioni ambientaliste richiamano l’esigenza di una decisa azione delle comunità delle tre regioni Joniche al fine di salvaguardare il mare, le attività turistiche e quelle permessi-concessioni-Jonioproduttive oggi minacciate, ricordando che con la sottoscrizione del Protocollo di Herakleia in occasione della manifestazione tenutasi a Policoro il 17 dicembre 2012 le amministrazioni hanno convenuto e si sono impegnate ad opporsi, con parere contrario e negativo, a qualsiasi ricerca di idrocarburi liquidi o gassosi nel mar Jonio e, nello specifico, alle 11 istanze presentate da sei compagnie petrolifere e a tutte le altre che in futuro tenteranno di essere approvate, finalizzate a trivellare il mar Jonio che non può diventare il «mare colabrodo» del Mediterraneo.