Come nell’uomo, scoperta anche nei babbuini che abitano gli altopiani etiopici, il gelada, questa caratteristica, in particolare tra mamma e figlio. Lo studio pubblicato su «Scientific Reports». «Tale dialogo facciale sembra fondamentale per la maturazione e il completo sviluppo neurofisiologico del bambino. Come nell’uomo, anche nei primati non umani il contagio della risata potrebbe essere un importante indicatore della qualità della relazione madre-figlio»
Quante volte nella nostra vita, magari dopo aver sentito o visto qualcuno ridere, siamo stati preda di un irrefrenabile riso convulso senza capire perché. Essere contagiati dalle risate altrui è una caratteristica innata che, scopriamo grazie a uno studio dell’Istituto di scienze e tecnologie della cognizione del Consiglio nazionale delle ricerche (Istc-Cnr) e delle università di Pisa e Parma, condividiamo con una specie di babbuino che abita gli altopiani etiopici, il gelada.
«Questi primati vengono contagiati con tempi di latenza tipicamente “umani” (meno di un secondo) e la loro risposta è perfettamente a specchio: risate a denti stretti evocano risate a denti stretti, risate ampie e intense si riflettono identiche sulla faccia del compagno di gioco», spiega Elisabetta Palagi, del Museo di storia naturale dell’università di Pisa e associata all’Istc-Cnr, co-autrice dell’articolo pubblicato su «Scientific Reports», assieme a Giada Mancini e Pier Francesco Ferrari, rispettivamente delle università di Pisa e Parma.
«I dati sono stati ottenuti con un’accurata video-analisi di più di mille sessioni di gioco di 38 soggetti, in un arco di due anni – prosegue Palagi -. La struttura sociale del babbuino gelada è mono-maschile: i gruppi sono formati da un solo maschio, diverse femmine adulte, da giovani e piccoli. Una volta raggiunta la maturità sessuale i maschi lasciano il gruppo natale per cercare altre femmine con cui formare un gruppo riproduttivo. Particolare di questa specie, il legame tra le femmine adulte che si impegnano in molti comportamenti affiliativi, come grooming (toelettatura del pelo) e gioco».
Lo studio, realizzato con il contributo del ministero dell’Istruzione, dell’università e della ricerca (Miur) e del National Institute of Health (Usa), dimostra che il contagio del riso è più frequente e più veloce quando il gioco avviene tra madre e figlio. «Nell’uomo le risposte a specchio tra mamma e prole sono state interpretate sulla base della risonanza emotiva che caratterizza il più forte e intenso dei legami sociali – conclude Palagi -. Tale dialogo facciale sembra fondamentale per la maturazione e il completo sviluppo neurofisiologico del bambino. Come nell’uomo, anche nei primati non umani il contagio della risata potrebbe essere un importante indicatore della qualità della relazione madre-figlio».