«Le fotografie di Salgado ritraggono i popoli tribali contemporanei celebrando l’immensa diversità del genere umano – ha commentato oggi Stephen Corry, direttore di Survival International -. Purtroppo, molte delle tribù a cui la mostra è dedicata stanno soffrendo gravi persecuzioni, al punto che la loro stessa esistenza è minacciata». La mostra «Genesis» a Roma presso l’Ara Pacis
Si inaugura l’11 aprile a Londra e il 15 maggio in Italia (resterà aperta fino al 15 settembre), presso il Museo dell’Ara Pacis di Roma, la nuova mostra «Genesis» del famoso fotografo Sebastião Salgado. Survival International coglie l’occasione per richiamare l’attenzione dei media e del pubblico sulla triste condizione di alcuni popoli tribali ritratti nelle immagini.
Tra le numerose fotografie esposte ci sono immagini delle tribù della Valle dell’Omo in Etiopia; dei Boscimani della Central Kalahari Game Reserve in Botswana; degli Zoé incontattati del Brasile; delle tribù della Papua Occidentale e dei Nenet della Siberia: tutti questi popoli sono perseguitati dai governi, subiscono il furto delle loro terre e delle loro risorse, e la minaccia di epidemie devastanti.
Le tribù della Valle dell’Omo sono sfrattate e reinsediate a forza dal governo, che sta affittando larghi appezzamenti della loro terra natale a società nazionali e straniere. Una volta ultimata, la gigantesca diga Gibe III interromperà il corso del fiume Omo da cui 200.000 indigeni dipendono per sopravvivere.
I Boscimani del Botswana hanno appena intentato un altro caso giudiziario per vedere rispettato il loro diritto di vivere in pace sulla terra ancestrale, un diritto già riconosciuto dall’Alta Corte del paese nel 2006. Nonostante quella sentenza, il governo del Botswana continua a rendere la vita dei Boscimani impossibile impedendo la caccia di sussistenza e costringendoli a richiedere dei permessi per entrare a casa loro.
La mostra di Salgado dedica una sezione anche agli Zoé, una piccola tribù isolata che vive nella foresta pluviale dell’Amazzonia brasiliana. Anche se il loro territorio è relativamente libero da invasioni, la tribù è estremamente vulnerabile alle malattie portate dagli esterni che periodicamente sconfinano nella loro terra.
I pastori di renne Nenet vivono nell’artico siberiano, un territorio di permagelo remoto battuto dal vento e solcato da fiumi serpeggianti e arbusti nani. Oggi, il loro stile di vita è gravemente minacciato dall’estrazione di petrolio e gas, e dai cambiamenti climatici. Le loro rotte di migrazione sono ostacolate dalle infrastrutture costruite per lo sfruttamento delle risorse e l’inquinamento, denuncia la tribù, minaccia la qualità dei pascoli.
Il lavoro di Salgado ritrae infine le tribù del Papua Occidentale, che subiscono la brutale repressione del governo indonesiano. Si calcola che dagli anni 60 siano già stati assassinati dalle autorità indonesiane almeno 100.000 Papuasi.
«Le fotografie di Salgado ritraggono i popoli tribali contemporanei celebrando l’immensa diversità del genere umano – ha commentato oggi Stephen Corry, direttore di Survival International -. Purtroppo, molte delle tribù a cui la mostra è dedicata stanno soffrendo gravi persecuzioni, al punto che la loro stessa esistenza è minacciata. Speriamo che questa mostra stimoli il pubblico a fare il passo successivo, ovvero a partecipare alle campagne in difesa dei loro diritti».