Oltre 70mila controlli, quasi 700 tonnellate di prodotto ittico sequestrate e 6.000 sanzioni per un importo di oltre 7 milioni e mezzo di euro. Degli oltre 13.000 kg di novellame sequestrati dall’inizio dell’anno, 3.300 Kg sono di bianchetto, mentre gli altri riguardano cefali, capesante, sogliole, vongole, triglie, merluzzi, pesce spada, ricci di mare
Oltre 70mila controlli, quasi 700 tonnellate di prodotto ittico sequestrate e 6.000 sanzioni per un importo di oltre 7 milioni e mezzo di euro.
Questi in sintesi i dati del 2012 che emergono dall’attività di controllo della Guardia costiera sull’intera filiera ittica, caratterizzata da un forte impegno del Corpo nel contrasto alla pesca illegale.
Attività che prosegue senza sosta e che si è intensificata nel corso del 2013, in particolare durante le ultime vacanze pasquali con l’aumento della domanda da parte dei consumatori. Dopo l’operazione «Mekong», che nelle festività natalizie ha portato al sequestro di oltre 228 tonnellate di prodotto ittico, gli ultimi giorni hanno visto impegnati i militari del Corpo su tutto il territorio nei controlli in materia di pesca, dalla cattura alla commercializzazione del prodotto ittico, la maggior parte dei quali ha riguardato la mancanza di tracciabilità del pescato e il cattivo stato di conservazione del prodotto ittico. Particolare attenzione alle frodi commerciali, per impedire che prodotti ittici provenienti da altri paesi, per la maggior parte dall’area asiatica, possano essere venduti come pesce nostrano.
È il caso del maxi sequestro di 12 tonnellate di prodotti ittici contraffatti eseguito dalla Guardia Costiera di Venezia congiuntamente a quella di Livorno, presso un centro di ingrosso e distribuzione della provincia di Firenze, al culmine di una complessa attività di indagine, partita nel periodo natalizio dal Veneto e dalla Lombardia.
L’ultima operazione denominata «Undersize», condotta sulla costa della Sicilia orientale, ha portato invece, in una sola notte, al sequestro di 1.200 kg di «bianchetto», corrispondente allo stadio giovanile della sardina, in violazione della normativa sulla taglia minima di cattura, per un valore di mercato di circa 50.000 euro.
Si è trattato di un’intensa attività investigativa mirata a contrastare il fenomeno del depauperamento delle risorse ittiche e in particolare della cattura di esemplari allo stato giovanile, che impedisce il naturale processo di riproduzione delle specie. Degli oltre 13.000 kg di novellame sequestrati dall’inizio dell’anno, 3.300 Kg sono di bianchetto, mentre gli altri riguardano cefali, capesante, sogliole, vongole, triglie, merluzzi, pesce spada, ricci di mare.
Tra gli episodi più recenti e significativi una delicata operazione di polizia giudiziaria è stata condotta dai militari di Castellammare di Stabia sotto il coordinamento della Procura di Torre Annunziata, finalizzata alla repressione del fenomeno della pesca del dattero di mare, la cui estrazione dalle rocce comporta conseguenze devastanti per l’habitat costiero. Il blitz ha portato all’arresto di tre persone con l’accusa di danneggiamento aggravato e al sequestro di 30 chilogrammi di datteri che avrebbe fruttato ai malviventi un ricavato di circa 30.000 euro. Va sottolineato che i pescatori di frodo sono stati colti in flagrante mentre erano intenti a pescare all’interno dell’Area Marina Protetta di Punta Campanella, uno dei tratti di costa più suggestivi del litorale campano, sottoposto a particolari vincoli di tutela ambientale.
L’operazione è stata possibile solo dopo un’attenta fase di indagini e appostamenti che ha visto l’impiego anche di un elicottero AW139 della Guardia Costiera, velivolo di nuova concezione dotato di sofisticate apparecchiature di video registrazione notturna che hanno consentito di filmare i soggetti in attività e scongiurare il successivo tentativo di fuga messo in atto con gommoni veloci.
Il 2012 ha confermato anche il forte impegno della Guardia Costiera nel contrasto alla pesca illegale, attraverso un continuo monitoraggio della flotta peschereccia e un’attività ispettiva mirata a scongiurare l’impiego di attrezzi banditi dalla normativa internazionale. Si contano quasi 50 km di reti illegali sequestrate, tra spadare e ferrettare con la conseguente sospensione della licenza di pesca a carico di 11 pescherecci.
Da registrare tuttavia un calo del fenomeno rispetto agli anni precedenti, favorito da una capillare attività di prevenzione e informazione unita a un inasprimento delle pene per i trasgressori.
L’obiettivo è quello di garantire attraverso controlli in mare ed indagini su tutto il territorio nazionale la qualità e la provenienza del pesce che gli italiani consumano sulle loro tavole preservando nel contempo il delicato equilibrio dell’ecosistema marino e il patrimonio ittico del Mediterraneo.