Finalmente la Murgia, finalmente una narrazione del territorio e della biodiversità dell’Alta Murgia e del Parco Nazionale che l’ha istituzionalizzata. Il presidente del Parco, Cesare Veronico, ha affermato, prima della proiezione in anteprima ieri allo Showville di Bari, che «questo per noi è un anno determinante sul piano della promozione del territorio e del turismo sostenibile; quindi per noi un lavoro brillante come questo diventa uno strumento importantissimo per far conoscere l’Alta Murgia al resto del Paese»
Quindici mesi di lavorazione per catturare in immagini lupi, cinghiali, gru migratorie e tanti altri esemplari di fauna e flora autoctoni dell’Alta Murgia. Questo è «Alta Murgia – Una terra strana», il primo documentario prodotto da White Fox Communications commissionato dal Parco nazionale dell’Alta Murgia e dedicato all’area protetta.
Finalmente la Murgia, finalmente una narrazione del territorio e della biodiversità dell’Alta Murgia e del Parco Nazionale che l’ha istituzionalizzata. Il presidente del Parco, Cesare Veronico, ha affermato, prima della proiezione in anteprima ieri allo Showville di Bari, che «questo per noi è un anno determinante sul piano della promozione del territorio e del turismo sostenibile; quindi per noi un lavoro brillante come questo diventa uno strumento importantissimo per far conoscere l’Alta Murgia al resto del Paese».
Oltre a questo l’ente Parco sta lavorando con abnegazione per ottenere la Carta del Turismo Sostenibile, sta portando avanti diversi lavori infrastrutturali, tra cui la ciclovia «che – ha continuato il presidente Veronico – stiamo per inaugurare da Ruvo a Castel del Monte. Insomma questo è un anno durante il quale intendiamo puntare decisamente sulla promozione del nostro territorio e un lavoro di questo tipo diventa fondamentale».
Eugenio Manghi, il regista, che ha avuto la fortuna di catturare la bellezza di una terra a molti ancora sconosciuta, ha dichiarato che «a me è successo una cosa molto particolare: mia moglie Annalisa, anche lei fotografa, mi aveva già fatto conoscere l’Alta Murgia una decina d’anni fa quando non c’era ancora il Parco, e mi ero innamorato ma in maniera superficiale. Dopo aver girato il documentario posso dire che non posso fare più a meno di questo territorio: ho scoperto tali e tante meraviglie per cui vale la pena lottare».