Una capsula con 2,7 milioni di firme per salvare l’Artico

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Serve un Santuario per proteggere questo angolo del Pianeta dalle trivellazioni petrolifere e dalla pesca eccessiva. La capsula verrà sepolta nei fondali artici, insieme a una bandiera di titanio, il cui disegno è stato scelto con un concorso a cui hanno partecipato ragazzi da tutto il mondo. La speranza della missione di Greenpeace è di consegnare la richiesta di un Santuario globale per l’Artico ai membri del Consiglio Artico che si riunirà nei prossimi giorni

È partita dalla base russa di Borneo la missione di Greenpeace all’Artico per proteggere questo angolo del Pianeta dalle trivellazioni petrolifere e dalla pesca eccessiva. La squadra che affronta la spedizione artica è composta da 16 persone, tra cui il tecnico che assicurerà le trasmissioni radio, l’italiano Gianluca Morini, 40 anni, di Gorizia.
Il trekking sul pack artico sarà prevalentemente sugli sci. Ognuno dovrà trainare la propria slitta, pesante 70 – 80 chili. Del gruppo fanno parte anche:
– Renny Bijoux dalle Seychelles. È il portavoce dei giovani del Lelep, il partito al governo del suo Paese, che potrebbe finire sott’acqua per l’innalzamento del livello dei mari.
– Josefina Skerk, nativa lappone (Sami) della Svezia e deputata al parlamento Sami. Il cambiamento climatico cambierebbe completamente la vita di questa popolazione.
– Kiera Kolsen appartiene alla comunità dei nativi Tso’Tine-Gwich’, del Canada e si sta battendo per proteggere la sua terra dalle multinazionali che vogliono sfruttare le sabbie bituminose.
– Ezra Miller, attore di Hollywood, uno dei protagonisti di «Noi siamo infinito».

Scopo della spedizione è quello di portare una capsula contenente 2,7 milioni di firme (di cui 150mila italiane) che chiedono l’istituzione di un Santuario globale nell’Artico. Questa verrà sepolta nei fondali artici, insieme a una bandiera di titanio, il cui disegno è stato scelto con un concorso a cui hanno partecipato ragazzi da tutto il mondo.
La bandiera, realizzata in titanio, sarà piantata 4,3 chilometri sotto lo strato di ghiaccio. Al momento nessun Paese può vantare diritti sulle acque che circondano il polo Nord anche se nel 2007 un esploratore russo, Artur Chilingarov, aveva provato a piantare una bandiera sui fondali, reclamando l’Artico per la Russia.

Se le condizioni meteo lo permetteranno, al Polo Nord gli attivisti incontreranno i membri del Consiglio Artico, l’organismo composto dai ministri degli Esteri e i funzionari dei Paesi artici.
L’incontro è stato chiesto da Josefina Skerk, 26 anni, studentessa di legge all’università di Umeå e deputata al parlamento Sami, non appena si è avuta notizia di riunione del Consiglio Artico concomitante con la spedizione.
Grazie allo scioglimento dei ghiacci per il cambiamento climatico, diversi Paesi e multinazionali si stanno muovendo per sfruttare il petrolio e le risorse ittiche dell’Artico. L’Artico è uno degli ultimi paradisi del pianeta e va assolutamente salvato. La speranza della missione di Greenpeace è di consegnare la richiesta di un Santuario globale per l’Artico ai membri del Consiglio Artico che si riunirà nei prossimi giorni.