Il commercio internazionale, con quote crescenti nei paesi asiatici, sta emergendo come fattore chiave della deforestazione nella regione amazzonica, e questo può indirettamente farci pensare che il commercio internazionale contribuisca alla perdita delle foreste che gli stessi Paesi industrializzati stanno cercando di proteggere con accordi internazionali
Un nuovo studio del Centro per il clima e la ricerca ambientale di Oslo (Cicero) indaga i fattori nazionali e internazionali che sostengono i tassi di deforestazione, prendendo la situazione brasiliana come case study.
I ricercatori hanno stabilito un legame tra la deforestazione del Brasile e la produzione di soia e l’allevamento di bestiame, allocando le emissioni di CO2 tra il 1990 e il 2010 nei paesi che consumano i prodotti derivati dalla deforestazione brasiliana.
I risultati suggeriscono che il 30% delle emissioni di carbonio associate alla deforestazione sono state esportate dal Brasile negli ultimi dieci anni, di cui il 29% è dovuto alla produzione di soia e il 71% all’allevamento del bestiame.
Il commercio internazionale, con quote crescenti nei paesi asiatici, sta emergendo come fattore chiave della deforestazione nella regione amazzonica, e questo può indirettamente farci pensare che il commercio internazionale contribuisca alla perdita delle foreste che gli stessi Paesi industrializzati stanno cercando di proteggere con accordi internazionali.
Infatti, come indicato nella relazione, l’iniziativa Redd+ (Riduzione delle Emissioni da Deforestazione e Degrado forestale), sostenuta da molti Paesi industrializzati, crea incentivi per ridurre la perdita di foreste e favorirne la ricrescita in nazioni con alti tassi di deforestazione. Tuttavia, gli stessi Paesi incentivano indirettamente la deforestazione attraverso il consumo di prodotti agricoli provenienti dalle foreste che mirano a proteggere.
Forse il commercio internazionale è anche, in generale, un motivo per cui gli investimenti forestali non attirano lo stesso livello di investimento di altri progetti per la riduzione di emissioni. Come il case study brasiliano dimostra, per i locali è apparentemente più redditizio continuare a distruggere la loro foresta, invece di prendersi cura di essa.