La relazione è molto critica nei confronti di settore del trasporto aereo. Lo dipinge come un’industria affamata di stabilità dei prezzi, accusandola di greenwashing e di esser un potenziale creatore di una domanda senza precedenti di biocarburanti, la quale potrebbe avere conseguenze catastrofiche per l’accaparramento delle terre, la sicurezza alimentare, e le emissioni di gas serra
Un nuovo rapporto dell’Istituto Oakland indaga sull’uso di biocarburanti nel settore dell’aviazione.
L’industria aeronautica ha grandi speranze per i biocarburanti. In effetti i suoi profitti sono sempre più minacciati dalla volatilità dei prezzi dei combustibili fossili e il settore è tenuto sotto d’occhio da istituzioni governative quali l’Unione europea, sempre più preoccupate per il ruolo che il trasporto aereo ha sui cambiamenti climatici.
Secondo il rapporto, i biocarburanti in sé sono ad oggi ancora troppo scarsi e costosi per l’uso commerciale, anche se questo non ha impedito a grandi compagnie aeree come Lufthansa, Klm e Air France, di testarli.
Purtroppo, la relazione suggerisce anche che, dal momento in cui questi test hanno avuto inizio nel 2011, c’è stata una corsa da parte delle compagnie aeree per ottenere biocarburanti, non tenendo conto che essi utilizzavano materie prime economicamente insostenibili e pericolose per l’ambiente.
Le implicazioni per i mercati internazionali, così come gli impatti sul cambiamento climatico, il commercio e la conservazione delle foreste sono spiegate in un precedente rapporto del Center for International Forestry Research (Cifor).
L’istituto Oakland indaga invece in particolare il caso dell’olio di palma di Nestlé, il caso jatropha di Lufthansa e quello dell’olio da cucina riciclato utilizzato come biocarburante dall’azienda SkyNRG.
La relazione è molto critica nei confronti di settore del trasporto aereo. Lo dipinge come un’industria affamata di stabilità dei prezzi, accusandola di greenwashing e di esser un potenziale creatore di una domanda senza precedenti di biocarburanti, la quale potrebbe avere conseguenze catastrofiche per l’accaparramento delle terre, la sicurezza alimentare, e le emissioni di gas serra.