Il Brasile decreta la fine degli Awá

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Ignorata la scadenza d’emergenza fissata da un giudice federale che chiedeva di espellere tutti gli invasori dal cuore delle terre degli Awá entro la fine di marzo. «I taglialegna stanno rovinando la nostra foresta. Hanno costruito delle strade. Abbiamo paura, potrebbero raggiungere i nostri parenti incontattati. Abbiamo paura perché i taglialegna potrebbero ucciderci, e potrebbero uccidere gli Indiani incontattati»

Le autorità brasiliane hanno ignorato la scadenza d’emergenza fissata da un giudice federale che chiedeva di espellere tutti gli invasori dal cuore delle terre degli Awá entro la fine di marzo. Definiti da Survival come la tribù più minacciata del mondo, gli Awá sono in estremo pericolo di estinzione perché le autorità non hanno fatto nulla per impedire a taglialegna illegali e coloni di distruggere le loro foreste.
Nel marzo 2012 il giudice Jirair Aram Meguerian ordinò che tutti i taglialegna e i coloni fossero rimossi entro 12 mesi. Ma il termine è scaduto, e non una sola persona è stata sfrattata.
Uno dei territori degli Awá è già stato disboscato per oltre il 30%. Gli Awá denunciano che i taglialegna si stanno rapidamente avvicinando alle loro comunità. Pare che abbiano segnato alberi da tagliare a soli 3 km di distanza. Camion carichi di legname escono dalla zona giorno e notte e gli Indiani hanno paura ad andare a caccia nelle loro foreste.
«I taglialegna stanno rovinando la nostra foresta – ha detto Haikaramoka’a, un uomo Awá, a Survival International -. Hanno costruito delle strade. Abbiamo paura, potrebbero raggiungere i nostri parenti incontattati. Abbiamo paura perché i taglialegna potrebbero ucciderci, e potrebbero uccidere gli Indiani incontattati».

Per sopravvivere, gli Awá dipendono dalla foresta: la foresta fornisce loro cibo, riparo e spiritualità. Oggi, circa 100 dei 450 Awá sopravvissuti rimangono incontattati e sono particolarmente a rischio di contrarre malattie importate dagli stranieri, un comune raffreddore potrebbe ucciderli.
Negli anni 80, la popolazione Awá fu decimata dal contatto con gli stranieri. Accadde quando il loro territorio fu attraversato da una linea ferroviaria costruita per trasportare minerale ferroso dalla miniera Carajás fino alla costa. Il progetto Gran Carajás fu parzialmente finanziato dalla Banca Mondiale e dell’Unione europea. L’afflusso di stranieri portò violenze e malattie, e molti Awá furono massacrati.
Da quando l’attore Colin Firth ha lanciato la campagna di Survival per salvare gli Awá, sono già arrivate al ministro della Giustizia del Brasile quasi 50.000 lettere. Ma, per poter sfrattare gli invasori, il Funai (il dipartimento agli affari indigeni del Brasile) sta ancora aspettando il sostegno del ministero della Giustizia, della polizia federale e del governo centrale.
«Il Brasile ha già distrutto innumerevoli tribù, sia omettendo di proteggerle sia incoraggiando attivamente lo sfruttamento delle loro terre – ha dichiarato il direttore generale di Survival International Stephen Corry -. Per gli Awá non è ancora troppo tardi, ma presto lo sarà. Il ministro della Giustizia ha il pieno potere di sfrattare i disboscatori, ma deve agire oggi. Se non lo farà, domani gli Awá non esisteranno più».