Il «Nobel» a «Rifiuti Zero»

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foto di Vito Stano
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Rossano Ercolini, maestro di scuola elementare, si attivò con la cittadinanza e, prendendo spunto da altre esperienze simili già realizzate in altre latitudini, decise in quanto «educatore – così è scritto nelle motivazione del premio – di proteggere il benessere degli studenti e di informare la comunità sui rischi dell’inceneritore e sulle soluzioni per la gestione sostenibile dei rifiuti domestici del paese»

L’Italia può vantare un premio Nobel. Rossano Ercolini, maestro elementare, è stato insignito del premio ambientale Goldman per l’Europa, ritenuto il più prestigioso premio al mondo in ambito ambientale. Ercolini, che ha espresso grande soddisfazione per il riconoscimento ottenuto, ha messo in piedi una campagna anti-inceneritori che poi è diventata il movimento «Rifiuti zero». Oltre a lui, il riconoscimento per il 2013 è stato assegnato ad altri sei paladini dell’ambiente, provenienti da Colombia (Nohra Padilla), Indonesia (Aleta Baun), Iraq (Azzam Alwash), Sud Africa (Jonathan Led) e Usa (Kimberly Wasserman). Ai sei «nobel verdi» è stato assegnato anche un riconoscimento in denaro pari a 150mila dollari. Il premio della Goldman environmental foundation riconosce i risultati ottenuti nel campo del recupero dei terreni paludosi, della gestione dei rifiuti solidi, dell’estrazione del marmo e delle emissioni provenienti dagli impianti a carbone.

Il co-protagonista della storia di Rossano Ercolini è un inceneritore, che sarebbe dovuto «nascere» a pochi chilometri dalla sua abitazione a Capannori, in Toscana: il maestro di scuola elementare, intanto che il progetto proseguiva l’iter burocratico, si attivò con la cittadinanza e, prendendo spunto da altre esperienze simili già realizzate in altre latitudini, decise in quanto «educatore – così è scritto nelle motivazione del premio – di proteggere il benessere degli studenti e di informare la comunità sui rischi dell’inceneritore e sulle soluzioni per la gestione sostenibile dei rifiuti domestici del paese».

Le riunioni, le dimostrazioni per comprendere a fondo come differenziare e come riutilizzare gli scarti dei rifiuti, portarono all’idea di «Rifiuti zero». Nel frattempo le proteste condussero allo stop dell’inceneritore e successivamente venne incaricato di realizzare un piano di gestione dei rifiuti. I risultati sono sotto gli occhi di tutti: il Comune di Capannori ad oggi è ritenuto un esempio virtuoso di corretta gestione dei rifiuti, non c’è conferenza, articolo di giornale o libro sul tema che possa glissare sulla storia a lieto fine scritta da Ercolini.