Presentate le più avanzate biotecnologie applicate alla diagnostica genetica classica. In evoluzione anche l’integrazione tra biotecnologie di derivazione genetica e molecolare con quelle emergenti dagli studi di Benveniste e Montagnier, negli ultimi anni evolutasi, in particolare nell’Est europeo. E continuate in Italia come ha sottolineato il fisico Odoardo Calamai che ha presentato uno sviluppo teorico della risonanza ciclotronica degli ioni che potrebbe spiegar gli effetti di attivazione dell’acqua che in un test ha dimostrato di essere tutt’altro che banale
Nel pieno della nuova primavera italiana, turbolenta su tutti i fronti, una giornata di sole ha dato il viatico al lungo pomeriggio di scienza alla Casa dell’Aviatore di Roma che ha ospitato grazie al Presidente dell’Anua, Generale Mario Majorani, uno dei più scottanti incontri di Coherence dedicato ai Campi elettromagnetici e alla Memoria dell’acqua.
Dopo i saluti tutt’altro che di rito del Generale Mario Murace, di Gianni Mattioli e del Presidente dell’Associazione stampa medica italiana, Mario Bernardini, che hanno segnalato la rilevanza dell’interdisciplinarietà e della innovazione, è intervenuta anche la giornalista Raffaella Rosa mettendo il dito nella piaga di una stampa che rischia di perdere il senso della missione etica dell’informazione.
I lavori sono poi cominciati con l’intervento di Cesare Salvaggio, uno dei protagonisti della sfida dell’innovazione contro la crisi degli anni Ottanta e Novanta, che ha mostrato come nelle aziende e nei corpi militari la creazione di uno spirito di gruppo e delle capacity building sia essenziale per ottimizzare il potenziale dei gruppi organizzati così come accade anche nei sistemi coerenti elementari.
Delle tecniche di misura della coerenza biologica nei sistemi viventi ha parlato Massimo Sperini che con Massimo Scalia da oltre 20 anni lavora allo sviluppo di un modello elettrico equivalente della cute e di tecnologie fini in grado di misurare lo stato elettrico lungo i meridiani visti come un sistema Ohmico che in qualche modo (ancora tutt’altro che chiaro), ha un ruolo nella regolazione della fisiopatologia umana.
Di biotecnologie classiche ma neanche troppo ha discusso il gruppo di Gaetano Gigante di Tor Vergata analizzando i dati sperimentali di un device che consente di studiare l’evoluzione della triste e invalidante malattia di Parkinson.
Ubaldo Mastromatteo di STMicroelectronics aveva invece presentato le più avanzate biotecnologie applicate alla diagnostica genetica classica. Ci si può domandare a quando l’integrazione tra biotecnologie di derivazione genetica e molecolare con quelle emergenti dagli studi di Benveniste e Montagnier che erano state precedute dal genio tedesco di Reinold Voll negli ultimi anni evolutasi, in particolare nell’Est europeo, in tecnologie sempre più sofisticate da Kiev, a San Pietroburgo alla lontana Siberia.
Eppure l’Europa a cominciare da Voll da Morell e anche in Italia da Miclavez e poi da Botarelli a Sperini e tanti altri ha continuato nello sviluppo tecnologico e teorico come è emerso dalla relazione del fisico Odoardo Calamai che ha presentato uno sviluppo teorico della risonanza ciclotronica degli ioni che potrebbe spiegar gli effetti di attivazione dell’acqua che in un test, durante la conferenza, ha dimostrato di essere tutt’altro che banale.
Studi sulle cellule, sempre con acqua attivata, sono stati svolti al Cnr da Settimio Grimaldi in collaborazione con Umberto Grieco (assenti giustificati), mettendo in luce anche qui come gli esperimenti di Benveniste trovino conferme a vari livelli sia clinici sia sperimentali.
Mentre si combatteva con le bizze dei computer in attesa di sentire sulla Memoria dell’acqua vista da un gruppo di chimici analitici come Pasquale Avino e Mario Russo dell’Università del Molise, è intervenuto Jerome Benveniste dirigente di ricerca dell’Esa di Frascati, che ha fatto un breve ricordo del padre e del futuro della ricerca in questo settore che continua in particolare all’Est, dalle Russie dove ogni due anni viene conferito un Award Benveniste, alla Cina dove è stato creato un dipartimento con un centinaio di ricercatori sotto la direzione di Luc Montagnier che continua a lavorare su questi temi.
Piero Quercia e Giuseppe Quartieri biologo e fisico di lungo corso, avevano esaminato un aspetto enigmatico ed emergente della coerenza nei batteri e nella fotosintesi che tenderebbe a rendere conto del ruolo delle forze quantistiche nei processi biologici che fino ad oggi venivano considerati poco interessanti quasi irrilevanti.
Segnali della rilevanza dei campi elettromagnetici vengono anche dal lavoro del Segretario generale del Cifa, Gualtiero Valeri, che ha mostrato come il pionieristico lavoro di Giorgio Piccardi trovi concreta applicazione nella protezione delle acqua sia in ambito industriale sia in altri ambiti d’interesse biologico.
Splendida e sacrificata ancora una volta alla tirannia dei tempi la relazione di Rosanna Cerbo sulle influenze quantistiche sullo stress e sul dolore cronico.
Tirannia che ha colpito anche l’intervento di Vincenzo Valenzi sulle interazioni coerenti e incoerenti nella terapia. Ma i tempi incalzavano e dopo l’intervento dell’Ing. Vincenzo Caprioli che ha rilanciato l’allarme per l’inquinamento atmosferico da nano polveri è stata la volta, alle 21, del fisico teorico Yogendra Srivastava che ci ha dato qualche flash sull’enigma del potenziale magnetico e la storia del grande fisico David Bohm che aveva pubblicato con Aharonov–Bohm effect – Wikipedia, the free encyclopedia un paio di articoli sul potenziale magnetico che ancora oggi si ha difficoltà ad apprezzare nella loro grandezza, mantenendosi il ruolo della forza magnetica in un alone di mistero che sarebbe il caso di svelare, anche per comprendere meglio il funzionamento biologico e la grande potenza emergente dal campo magnetico che si appresta ad essere sfruttata in vari modi.
I lavori sono stati conclusi dal Generale Stefano Murace che nel congratularsi con tutti i relatori e per il folto pubblico che ha seguito con passione i numerosi interventi che sono continuati a tavola della Casa dell’Aviatore davanti a buoni vini e ottimi piatti fino a tarda notte rafforzando quel clima di gruppo di cui aveva lungamente parlato Cesare Salvaggio nella sua lettura introduttive su come vincere le sfide dell’innovazione.
Vincenzo Valenzi, www.cifafondation.org